Applausi e ‘tutto esaurito’ per la preapertura dedicata a Orson Welles

Inoltre è prevista un'esposizione Shakespeare & sigari: 12 studi per personaggi shakespeariani dipinti da Orson Welles


La serata di pre-apertura del Festival di Venezia, con la doppia proiezione della versione lunga di Otello e la ricostruzione dell’incompiuto Il mercante di Venezia, ha registrato il tutto esaurito con una folla entusiasta, che ha ricoperto d’applausi l’orchestra classica di Alessandria e la sua performance di esecuzione dal vivo della colonna sonora inedita del Mercante…, scritta da Angelo Francesco Lavagnino.

Emozionante in particolare vedere Welles recitare nel ruolo di Skylock, in quella che avrebbe dovuto essere una versione televisiva dell’opera di Shakespeare. La copia de Il mercante…è stata ricostruita e restaurata a cura di Cinemazero e del FilmMuseum di Monaco di Baviera. A colori (in Eastmancolor), la pellicola racconta la città lagunare nel “classico” shakespeariano, e che torna a nuova vita grazie al ritrovamento di nuovi materiali da parte di Cinemazero stesso e della recente scoperta della sceneggiatura originale di Orson Welles nella collezione di documenti di Oja Kodar presso la Special Collection library dell’Univeristà del Michigan, oltre che di una registrazione dei dialoghi per una prova di scena a teatro che ha permesso ai curatori di far recitare Welles con la sua voce, sincronizzando l’audio con i movimenti delle labbra sulla pellicola. 

Ci sono chiaramente delle lacune, a volte l’audio manca e viene sostituito da cartelli, il finale è indefinito, il tutto è molto breve, ma riesce a rendere benissimo l’idea di come l’opera sarebbe stata formata.
Inoltre, è la singolare esposizione Shakespeare & sigari. 12 studi per personaggi shakespeariani dipinti da Orson Welles, a cura di Bianca Lavagnino e Sergio Toffetti. Si tratta di 12 tavolette di legno (il retro delle scatole dei sigari preferiti da Orson Welles) che lo stesso Welles aveva dipinto a olio negli anni ’60 con una serie di personaggi shakespeariani: Da Macbeth a Otello, da Falstaff a Shylock.

“Dopo la “scena vuota” dell’Otello di Orson Welles…”: E’ il 2 settembre 1951, e con queste parole Mario Gromo – scrittore e critico cinematografico tra i più influenti dell’epoca – informa i lettori de “La Stampa” dell’improvvisa defezione di uno dei titoli più attesi della XII Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Bloccata alla dogana la copia in versione originale (o forse, secondo altre fonti, non ancora pronta), per evitare l’incidente – il secondo in pochi anni che coinvolge Welles e la Mostra, dopo il ritiro dal concorso del Macbeth nel ’48 – si cerca di ripiegare sulla versione doppiata in italiano (stampata in fretta e furia dalla Scalera, coproduttrice del film), ma Welles è irremovibile: la copia è tecnicamente scadente, la proiezione viene annullata. E così quella “versione italiana”, che pure debutta con scarsa fortuna nelle nostre sale poche settimane dopo (e ben cinque mesi prima che l’Otello vinca il Grand Prix al Festival di Cannes del ’52), viene “dimenticata” dagli studiosi di Welles, che pure hanno indagato a fondo ogni dettaglio dell’opera del Maestro. A oltre 60 anni, e nel centenario della nascita di Welles, la Cineteca Nazionale porta finalmente al Lido, in versione restaurata, quell’Otello.

La versione mostrata, italiana, con i dialoghi a cura di Gian Gaspare Napolitano supervisionati da Welles, è la più lunga, e offre varianti anche significative e immagini mai viste, a cominciare da un dialogo tra il Moro ed Emilia.

Per saperne di più su questo Otello “doppiamente italiano” (non dimentichiamo che il film fu girato in molte location del nostro Paese, da Venezia a Roma a Viterbo), inoltre, il CSC – Cineteca Nazionale ha pubblicato di recente il volume ‘L’Otello senz’acca. Orson Welles nel fondo Oberdan Troiani‘ di Alberto Anile, nel quale – come spiega il Conservatore della Cineteca Nazionale Emiliano Morreale – «il nostro maggior studioso di Welles guida il lettore in una delle lavorazioni più avventurose della storia del cinema».

 

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