Appello di Zelensky. Standing ovation per Deneuve

Come al Festival di Cannes, anche a Venezia 79 il conflitto che insanguina l'Ucraina ha fatto irruzione nella serata di inaugurazione con l'appello del presidente Zelensky


VENEZIA – Come al Festival di Cannes, anche a Venezia 79 il conflitto che insanguina l’Ucraina ha fatto irruzione nella serata di inaugurazione con l’appello del presidente Zelensky in collegamento video e il lungo elenco dei bambini e adolescenti, spesso senza nome, uccisi nel conflitto. Ma la serata è segnata anche dalla standing ovation per la Leonessa Catherine Deneuve, dalla presenza dell’ex First Lady americana Hillary Clinton in platea, come del ministro Dario Franceschini, mentre lo stato maggiore di Netflix con Ted Sarandos in testa ha accompagnato il film d’apertura White Noise di Noah Baumbach con Adam Driver e Greta Gerwig, rilettura in stile indie della paranoia contemporanea in chiave catastrofica alla Spielberg che andrà direttamente su piattaforma senza passare dalla sala.

Naturalmente il collegamento con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky a metà cerimonia ha emozionato la Sala Grande, con l’appello a “non dimenticare quello che sta accadendo”. La lista delle vittime, neonati o teen agers, ciascuno con la città di origine, la città del martirio e l’età, 358 nomi di vittime innocenti cadute al 29 agosto 2022, è la punta dell’iceberg di una strage che include 6 milioni di persone in fuga. “Questo è il Cremlino”, dice Zelensky in tuta militare. “Non bisogna rimanere in silenzio, sarebbe fare quello che la Russia auspica: abituarsi alla guerra, rassegnarsi alla guerra, dimenticare la guerra. Sono macellai, terroristi, assassini, un orrore che non dura 120 minuti come un film ma ormai da 189 giorni, tanti sono quelli della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina”.

Anche White Noise, dal romanzo di Don DeLillo, è un film apocalittico, con una nube tossica che incombe sugli abitanti di una tranquilla provincia americana, sede di un campus universitario, e li getta nel panico. Viviamo questa narrazione che ricorda pandemie ben presenti attraverso la storia di una famiglia di cultura sopra la media – lui è un professore universitario specializzato nello studio del nazismo, la moglie uno spirito vivace e arguto – eppure sono preda di opinioni bizzare e incapaci di elaborare le paure.

La madrina del festival Rocío Muñoz Morales – nel suo lungo discorso – ha immaginato un futuro senza film come la peggiore delle disgrazie. Quindi ha presentato le giurie, chiamando sul palco Julianne Moore, Isabel Coixet e Michelangelo Frammartino. Catherine Deneuve è stata accolta dalla laudatio del regista francese Arnaud Desplechin, che l’ha definita un’icona, paragonandola a Bob Dylan “per fierezza e libertà”. “Nessuno come lei vive di cinema”. Avvolta in un abito rosso ha ricordato la Coppa Volpi vinta per Belle de jour di Luis Buñuel in una serata che si è concessa anche le immagini nostalgiche dell’archivio Luce per ricordare i 90 anni della Mostra nata nel 1932. 

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31 Agosto 2022

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