Tredici anni, grandi occhi blu e una personalità solare. AnnaSophia Robb, la protagonista di Un ponte per Terabithia, la Violet che masticava gomma tutto il tempo in La fabbrica di cioccolato è nella Capitale per presentare il suo nuovo film in concorso nella sezione Alice nella città, Have Dreams Will Travel esordio alla regia del produttore sceneggiatore Brad Isaacs. “E’ la mia prima volta a Roma – ha detto stamane l’attrice in un’intervista esclusiva a CinecittàNews – e già mi sembra fantastica. E’ straordinario poter camminare tra rovine e monumenti. Di qua è passata la storia!”.
Cardigan bianco, jeans e ballerine argentate, la Robb che è figlia di una decoratrice d’interni e di un architetto di Denver, è stata inclusa di recente in un servizio della rivista ‘Teen Vogue’ sulle stelle emergenti di Hollywood. Ma se vi aspettate una ragazzina viziata e piena di sé vi sbagliate. AnnaSophia ha già le idee chiare ma anche i piedi ben piantati a terra. Attiva socialmente, divora libri fantasy e storici e riesce a conciliare gli studi con i tanti impegni sul set. Nel 2007 infatti la vedremo anche in Sleepwalking e Doubting Thomas. Di Have Dreams Will Travel la Robb, che parteciperà alla serata inaugurale al Teatro Sistina, dice: “Mi piace perché è una storia di adulti raccontata da ragazzi”. Ambientata negli Anni ’60, la pellicola racconta la storia di due dodicenni Cassie, orfana da poco, e Ben che stanchi di essere messi da parte decidono di scappare di casa alla ricerca di nuovi genitori. A turbare il rapporto tra i due ragazzi i demoni del tragico passato di Cassie. Riuscirà Ben a tenersi stretta la sua migliore amica? Nel cast del film, alla Festa in anteprima mondiale, anche il giovane Cayden Boyd, Heather Graham, Val Kilmer, Matthew Modine e Laura Flynn Boyle.
Cosa ti ha spinta ad accettare la parte di Cassie nel film?
Leggendo la sceneggiatura ho capito che avrei voluto interpretare un ruolo come questo. Cassie è determinata, caparbia, ma anche molto debole. Solo alla fine di questo viaggio si rende conto di quanto è cambiata, di come sia diventata forte.
Sei a Roma solo da ieri. Che impressione hai dell’Italia e cosa hai visto?
Mi pare bellissima. Adoro queste stradine con i sampietrini e i mercatini ad ogni angolo. In America non c’è niente di simile. Ieri notte sono andata a vedere il Pantheon e sono rimasta senza parole. Sapevo che cosa aspettarmi perché mio padre mi ha riempita di libri su Roma quando ha saputo che sarei venuta qui, ma dal vivo toglie il respiro. La cosa più strana è vedere la gente che si muove, parla e cammina tutto intorno come se niente fosse. Per voi è normale affacciarvi dalla finestra e vedere il Colosseo o tutte quelle chiese bellissime che avete.
Ti interessi della causa dei Dalit in India, raccogli fondi per il Darfur e sei coinvolta nel progetto Blue Planet Run che mira a portare acqua potabile a tutte le popolazioni del mondo. E’ raro che ragazzi della tua età siano così attivi nel sociale. Come hai iniziato?
E’ stato grazie a tante persone che ho avuto la fortuna di incontrare. A parlarmi del Darfur fu Mia Farrow con cui ho recitato in passato. Lei è ambasciatrice dell’Unicef mi ha raccontato della drammatica situazione del Paese e ho deciso di contribuire come potevo alla causa. Lo stesso è successo per i Dalit indiani. Ho fatto amicizia con alcune persone del Dalitnetwork ad un’anteprima e poi siamo rimasti in contatto. Nella campagna dell’acqua potabile invece sono stata trascinata. La Blue Planet Run mi ha contattata per chiedermi se volevo disegnare una scarpa da corsa per gli atleti che corrono la maratona dell’organizzazione.
Di che si tratta?
E’ una corsa che compie letteralmente un giro del mondo, una cosa alla Forrest Gump! Serve a sensibilizzare la gente e raccogliere fondi. Bisogna capire che non tutti dispongono di acqua potabile. Aprire il rubinetto e bere è quasi un lusso.
Sei una lettrice accanita. Accetti più facilmente un film quando è tratto da un romanzo?
No. Credo che ci sia un pizzico di curiosità in più quando si lavora ad una adattamento perché si cerca di ricreare nel film quello che ci ha catturato del libro. Ma se una storia mi piace, se penso che possa lanciare un messaggio la interpreto anche se non viene da un romanzo.
Però prenderai parte al film “The White Giraffe”, tratto dall’omonimo romanzo di Lauren St John
Sì, sarà la mia seconda pellicola con la Walden Media e il regista Gabor Csupo, con cui avevo già lavorato anche per Terabithia. Io sarò Martine una ragazzina che va a vivere con la nonna in Sud Africa dopo la morte dei suoi genitori e scopre di avere la capacità di comunicare con gli animali. Lo inizieremo a girare nei primi mesi del 2008.
Hai lavorato già con tanti attori importanti e di esperienza. Cosa ti hanno insegnato?
Sul set impari anche solo guardando, però Charlize Theron con cui ho girato Sleepwalking, è stata particolarmente carina con me. Mi ha supportato tanto, spiegato come entrare nel personaggio e tirare fuori tante sfumature che non avrei immaginato. A volte veniva sul set solo per assicurarsi che non avessi problemi.
Che ruolo hai nel film?
Sono Tara, una ragazzina abbandonata da sua madre, interpretata proprio dalla Theron. Il film dovrebbe andare al Sundance Festival del 2008.
Altre pellicole all’orizzonte?
Harry and the Butler, un film con Anthony Hopkins e Morgan Freeman in cui interpreto Picasso un’adolescente con grande talento per l’arte. Dovremmo girarlo a Copenhagen ma al momento il progetto è in stallo. Non so se si farà davvero. Ma lo spero tanto!
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