Sono stati rivelati i primi dati della ricerca commissionata a eMedia di Emilio Pucci da Anica, l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali, sulla circolazione all’estero dei film italiani. Secondo la ricerca, l’esportazione di lungometraggi nostrani per le sale, per la tv, per i servizi on demand sarebbe raddoppiata fra il 2017 e il 2021: contava fra i 43 e i 52 titoli nel 2017, è diventata fra i 96 e i 118 nel 2021. Si stima che circa il 49% del totale dei film prodotti nel 2021 ha superato i confini nazionali, nelle varie forme che il mercato oggi offre.
Le coproduzioni dei film italiani fra il 2017 e il 2020 hanno attratto quasi cento milioni di euro, più del doppio dei quattro anni precedenti. Le coproduzioni nel periodo considerato sono state fra 218 e 233, soprattutto con Francia e Germania, ma anche, in 19 casi, con Paesi extraeuropei. Trentatré sono le imprese italiane che distribuiscono cataloghi di film italiani all’estero. Sono circa 4300 i titoli di produzione fino al 2016 (3880 sono di fiction, il resto documentari e animazione) con ricavi annui fra i 6 e i 12 milioni, in aumento del 10-15 per cento nel 2021 rispetto ai valori del 2017, aggiuntivi rispetto a quelli di produzione recente.
I film con maggiore mercato sono quelli dei decenni 1960-1969, 1970-1979 e 1980-1989. I prodotti di questi trent’anni coprono il 65% della domanda di library dall’estero. Fra i punti di forza tendenziali identificati dalla ricerca c’è la internazionalizzazione della industry italiana e del mercato nazionale, con maggiore capacità nello sviluppare prodotti adatti alla circolazione estera, con la qualità del cinema d’autore e la presenza nei Festival internazionali. Grazie anche alla nascita di nuove società di distribuzione con cataloghi multinazionali e soprattutto agli specifici strumenti di sostegno del Ministero della Cultura, coerenti con gli obiettivi della legge. Fondamentali il Film Distribution Fund per i distributori non nazionali di opere italiane e il Fondo per le coproduzioni minoritarie, che si aggiungono agli incentivi fiscali e ai contributi automatici. Fra le debolezze, malgrado la crescita delle coproduzioni si rileva una ridotta disponibilità di capitali di rischio, in particolare nell’animazione.
“Oggi – ha dichiarato Francesca Medolago Albani, Segretaria Generale Anica – abbiamo presentato un estratto del primo rapporto di ricerca: è un lavoro mai fatto prima e sul quale la collaborazione di operatori e istituzioni è fondamentale. I primi risultati ci danno fiducia nel metodo e ci fanno capire che c’è ancora molto da scoprire per poter raccontare il percorso fatto in questi anni dall’industria italiana. Il lavoro è lungo e complesso, lo porteremo avanti con passione”.
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