Debutta il 12 agosto in Piazza Grande al Festival di Locarno La valle delle ombre, una co-produzione italo-svizzera-ungherese di suspence realizzata da Downtown Pictures e diretta nelle valli del Ticino da Mihály Györik , adattando liberamente i racconti “Gotico rurale” e “Bambini Ragni e altri predatori” di Eraldo Baldini, coautore anche del copione insieme al regista, a Sandrone Dazieri e Giampiero Rigosi. Si tratta di una favola nera dove tre bambini trascorrono la vigilia di una festa in uno sperduto paesino di montagna esplorando la natura e dando vita a un gioco pericoloso in cui ognuno racconta una storia paurosa sulla valle evocando oscuri misteri radicati nel passato di quella terra. Tra realtà e racconto i tre finiscono in uno stato d’angoscia talmente grande che i fantasmi protagonisti delle loro storie potrebbero diventare realtà… Accanto a Jean-Francois Balmer, Teco Celio e Mari Torocsik spicca tra gli interpreti l’affascinante Andrea Osvart, nata 30 anni fa a Budapest dove ha studiato recitazione prima di trasferirsi nel nostro Paese dove ha recitato nel film Il rabdomante di Fabrizio Cattani e nelle fiction Rai Pompei e Exodus rivelandosi al grande pubblico come presentatrice dell’edizione 2008 del Festival di Sanremo accanto a Pippo Baudo.
“La valle delle ombre si basa su racconti che risalgono ad oltre cento anni fa ed è suddivisa in quattro diversi episodi, ambientati rispettivamente negli anni ’20, ’40, ’60 e ’80 e collegati tra loro da una leggenda”, spiega l’attrice. “E’ un thriller ma non è un horror, lo definirei un cocktail di vari generi”, prosegue. Specificando: “Io appaio nell’ultimo episodio e interpreto una scrittrice di avanguardia che arriva in un mulino per trovare la tranquillità per scrivere ma non rispetta le regole del posto, violenta la natura, se ne infischia delle precauzioni che dovrebbe prendere ed è destinata a finire male, confermando ulteriormente le leggende locali che i bambini rievocano”.
Come è stata coinvolta in questo progetto?
Nonostante si tratti di una coproduzione italo-svizzero-ungherese sono stata scelta come attrice… italiana da Mihály Györik, un regista esordiente che mi ha trovato su internet. Nel mio episodio che dura 18 minuti parlo soltanto al telefono o col mio cane, recito da sola senza interagire con altri tranne che in una scena dove incrocio il personaggio di un matto che attraversa le varie vicende. Lo interpreta l’attore ungherese Huny Kurty e la cosa buffa è che parlavo con lui in scena in italiano mentre tra un ciak e l’altro parlavamo tra noi la nostra lingua. Anche il regista è di origine ungherese, ha studiato in un Università di Budapest, ma essendo ticinese parlava con la troupe in italiano e in tedesco, mentre il direttore della fotografia era spagnolo: sul set sembrava di essere a Babilonia.
Quali sono i suoi progetti più immediati?
A metà ottobre torno a girare con Maurizio Zaccaro – che mi aveva già diretta nella fiction Il bell’Antonio -interpretando a Torino una miniserie Rai dedicata al Trio Lescano, le tre sorelle olandesi Leschan, diventate tra gli anni ’30 e ’40 le “ragazze dello swing” con diversi motivi entrati nella storia della canzone italiana. Il mio ruolo sarà quello della maggiore delle sorelle, che era stata un po’ la “tata” delle altre, e insieme a noi reciterà anche Giuseppe Battiston, nella parte del manager internazionale del Trio. In autunno verrà poi trasmesso da Raiuno Lo scandalo della banca romana, la miniserie di Stefano Reali con Beppe Fiorello, Vincent Perez e Lando Buzzanca dove sono Renata, un’attrice-cantante di teatro che rappresenta una specie di elemento di passaggio tra il bene ed il male: vive in un mondo di ricchi potenti e corrotti e quando conosce il giornalista in carriera Beppe Fiorello decide di aiutarlo nelle sue inchieste attraverso cui denuncerà il malcostume diffuso dell’epoca.
Recita volentieri nelle fiction o le considera solo una palestra utile?
Mi ritengo fortunata di poter avere ruoli da protagonista in un Paese che non è il mio, è naturale che vorrei recitare spesso nel cinema ma se per ora le possibilità in questo senso sono minori nel frattempo cerco di scegliere impegni adeguati nei film tv di qualità, evitando le occasioni trash e facendo diverse rinunce. Voglio fare bene l’attrice, coltivo la passione per la recitazione fin da quando ero una bambina che viveva nella campagna ungherese ma allora si trattava di un desiderio non troppo realistico e l’ho un po’ nascosto. Poi col tempo ho avuto l’opportunità di lavorare come modella, ho viaggiato e ho guadagnato, in Ungheria e all’estero, arrivando infine a Roma. Era un vecchio sogno: mi ero laureata in letteratura italiana a Budapest ma a 14 anni già studiavo la vostra lingua…
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