Ancora fiction religiose

S’intensifica l’offensiva Rai della domenica sera contro il real-show di Canale 5 “C’è posta con te”. Forte dell’impennata Auditel garantita dallo straordinario “Padre Pio” di Michele Placido, Raifiction schiera “San Paolo”, penultimo capitolo del progetto Bibbia, il 18esimo realizzato con la Lux Vide, la casa di produzione dell’ex presidente Rai Ettore Bernabei. A completare l’opera, avviata dieci anni fa, manca soltanto “L’Apocalisse”. I precedenti presentati da Raiuno vantano una media di 9 milioni di telespettatori, con una share dl 32%. Ma questo San Paolo in due puntate, da 9 miliardi l’una, in onda domenica 3 e lunedì 4 dicembre, è un film incolore, didascalico, anche se capace di catturare al debutto oltre 8 milioni 700 mila italiani, quasi due milioni in più del programma di Maria De Filippi. Racconta la conversione, romanzata, che l’autore del soggetto Gianmario Pagano ha tratto dagli “Atti degli apostoli”, di una delle figure chiave del cristianesimo e della Chiesa. Ma il bel volto di Johannes Brandrup, noto più che altro al pubblico televisivo tedesco, è privo di intensità, incapace di esprimere il tormento interiore del protagonista. Poco convincente anche il San Pietro di Ennio Fantastichini, forse impacciato dalla recitazione in inglese. Meglio lo smarrito pescatore di Luca Zingaretti in “Jesus”, altra fiction sbanca-Auditel per Raiuno, girata dallo stesso regista, l’americano Roger Young, che con “San Paolo” firma il suo quarto film biblico per la Lux. Con il “Giuseppe” di Ben Kingsley ha vinto l’Emmy Award, il prestigioso premio tv statunitense. L’ultima fatica di Young, girata in Marocco e a Malta, e finanziata con un contributo Rai di 7 miliardi, è pronta a sbarcare sui principali mercati televisivi europei, visto che è stata coprodotta da Lube e Kirchmedia in collaborazione con France 2, Antenna 3, Ard, Mtm. Czech tv, Ncrv e B Sky B. Le fiction a sfondo religioso sono fra i pochi prodotti televisivi italiani esportabili. Così nei piani della Lux figurano due film che s’inseriscono in questo fortunato filone: uno ispirato alla Sindone e ambientato nella Torino contemporanea, l’altro calato nell’epoca della prima crociata.