VENEZIA – Ana de Armas, l’attrice protagonista di Blonde di Andrew Dominik (leggi l’intervista al regista), in concorso alla Mostra, rivela: “Marilyn, la sognavo, parlavo con lei, abbiamo girato nella casa dove è cresciuta e nell’appartamento dove è morta”. E prosegue: “Sono successe così tante cose durante le riprese, era come se lei fosse con noi, abbiamo sentito una grande responsabilità. Non solo noi attori, ma tutta la crew. Eravamo al suo servizio in qualche modo. Non era solo un film su di lei. Credo che fosse felice. Cadevano cose dal muro. Eravamo negli stessi luoghi che ha frequentato lei. Girare nella stessa casa dove è cresciuta o nell’appartamento dove è morta ci ha dato sensazioni molto forti. So che suona mistico e strano ma l’abbiamo pensato tutti. Sentivo tutto quel peso sulle spalle, tutta questa tristezza, non potevo liberarmene né proteggermi, ma la ho accettata”.
Tratto dal bestseller di Joyce Carol Oates (La Nave di Teseo), Blonde andrà su Netflix dal 28 settembre, prodotto dalla Plan B di Brad Pitt, e vede nel cast anche Adrien Brody nel ruolo del secondo marito Arthur Miller e Julianne Nicholson, in quello della madre single dell’attrice che finirà in manicomio.
“Al di là di come sarà accolto il film, Marilyn mi ha cambiato la vita”, ha aggiunto Ana de Armas, attrice cubana e bruna che si è completamente trasformata per il ruolo, risultando totalmente credibile.
Nel film Norma Jeane e Marilyn sono due donne diverse, sofferente la prima, solare l’altra: “Penso che si alimentassero a vicenda, avevano una bisogno dell’altra”. L’impegno per il film è durato un anno, “un processo immersivo, di scoperta, dal libro, dalla sceneggiatura, dai dialoghi con Andrew, piano piano ho avuto consapevolezza e ho trovato la sua verità, la sua vulnerabilità. La pressione dei media, le aspettative possono uccidere ma non era solo quello a farle male”, ha detto Ana. E Brody aggiunge: “Non riesco a pensare a un’altra persona che potesse fare Marilyn”.
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