Tutto è cominciato nel 1999 con un’inserzione su Ciak con cui Pasquale Falcone, cabarettista partenopeo con vent’anni di esperienza, promuoveva Amore con la “S” maiuscola il suo film fantasma alla disperata ricerca di una produzione.
Una trovata singolare che si è rivelata efficace: ha incontrato Maurizio Tedesco e Marco Risi della Trio International e Rai Cinema e il suo sogno è diventato realtà. “E’ una forza della natura – racconta Tedesco – Non conosceva i normali canali produttivi ma la sceneggiatura ci ha convinto e abbiamo deciso di sostenere il suo progetto di cinema regionale.
Certo, non era in grado di portarlo a termine da solo così, invece di caricarlo di responsabilità eccessive, gli abbiamo affiancato una sceneggiatrice esperta come Anna Pavignano (candidata all’Oscar nel 1995 per Il postino di Massimo Troisi, ndr) e un regista come Paolo Costello”.
Ed ecco la curiosa genesi di una pellicola che Falcone, proprietario del Porky’s Music Hall e del ristorante afrodisiaco Salomè, locali di Cava de’ Tirreni in cui “la trasgressione sessuale diventa divertimento”, definisce “Un’indagine nazional-popolare sul cambiamento dei costumi sessuali”.
È la storia di Angelo (Biagio Izzo) e Gaetano (Pasquale Falcone), amici d’infanzia, che si rincontrano quando il primo torna al Sud dopo il fallimento della sua attività milanese.
I loro matrimoni, che si barcamenano tra incomprensioni e qualche tradimento, si intrecciano in una ilare girandola di sospetti (ecco spiegata la “S” maiuscola del titolo) che fanno vacillare le sicurezze e culminano con un improbabile tentativo di scambio di coppie.
Nel ruolo delle mogli troviamo Lunetta Savino, solida attrice in grado di passare con disinvoltura da teatro al cinema alla tv, e la portoghese Ana Cristina De Oliveira, ex top model protagonista di fortunati spot che l’hanno portata fino a Hollywood.
Con loro anche talenti comici come Gianni Ferreri e Carlo Croccolo.
“All’inizio avevo qualche timore– confessa Falcone – perché sul palcoscenico tutto si basa sull’improvvisazione, su variazioni continue che nel cinema non sono consentite. Ma poi è andata bene”.
Anche Costello, ex aiuto regista di Marco Ferreri che ha filmato la regia di Tutti gli uomini del deficiente della Gialappa’s Band, si dice soddisfatto: “Ho imparato che il mio mestiere consiste anche nel mettersi al servizio di progetti che si condividono come questo”.
Eppure Marco Risi gli rimprovera bonariamente un’eccessiva autorialità: “Per me questa pellicola poteva essere molto più sgangherata” afferma.
Costato 3 miliardi e 400 milioni di lire e interamente girato a Cava de’ Tirreni, “una piccola Svizzera, oasi di pace e tranquillità” – come recita un Falcone in vena da tour operator – punta tutto sul potenziale comico del linguaggio dialettale.
Dal 15 aprile sarà nelle sale napoletane.
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