Alla fine la vera sorpresa di questi Oscar 2024 è la statuetta per la migliore sceneggiatura non originale andata a Cord Jefferson, regista di American Fiction, il film che molti osservatori hanno letto come un vero e proprio manifesto di critica alla cultura woke. Tanto che la mancata statuetta come migliore attrice, data per sicura, per Killers of the Flower Moon a Lily Gladstone, che sarebbe stata la prima interprete nativa americana a ottenerla, e il premio a American Fiction sembrano raccontare un’incrinatura quasi ideologica nel tempio hollywoodiano del cosiddetto “politicamente corretto”. Lo stesso Paul Schrader, il grande sceneggiatore di Taxi Driver, ha definito American Fiction come un “magistrale” esempio di “Anti-Wokeness”. Sono tutti termini che portano con sé diverse sfumature, che vengono utilizzati polemicamente a destra e che si modificano anche via via con il tempo. Però certo il film, che aveva vinto l’importante premio del pubblico al festival di Toronto lo scorso anno, tratto dal romanzo del 2001 Erasure di Percival Everett, è una di quelle opere che riesce a costruire un discorso politico molto interessante e profondo su tutto ciò che attiene la cultura ‘black’, di come viene vissuta dal mondo ‘bianco’ e anche di come viene utilizzata o, meglio, sfruttata.
È curioso che un titolo così importante, anche per la rappresentatività critica della cultura black, non abbia trovato, almeno in Italia, la via della sala cinematografica. Infatti, un po’ a sorpresa e senza tanta promozione, American Fiction il 27 febbraio è uscito direttamente sulla piattaforma Prime Video gratuito per i suoi abbonati. Naturalmente anche sulla spinta dell’Oscar e delle cinque nomination (tra cui quella per l’interprete Jeffrey Wright) ora sarà più facile per il pubblico italiano poter vedere un film che oltre al discorso politico – il protagonista, a cui gli editori liberal e bianchi hanno bocciato un libro perché poco ‘nero’, firma con uno pseudonimo un romanzo che voleva essere la parodia degli stereotipi della cultura black e si rivela un bestseller – ha in sé un racconto molto sentito della crisi familiare che coinvolge il protagonista con la storia di un nucleo di afroamericani che deve affrontare anche la perdita e il dolore. Come succede a tutti. Senza distinzione di alcun genere.
Il film di Maura DelPero designato dall’Italia per la corsa all’Oscar è in concorso al Chicago Film Festival e sarà presentato anche all’AFI di Los Angeles
Sono ancora qui, già premiato per la Miglior Sceneggiatura a Venezia 81, è la scelta dell’Accademia del Cinema carioca per la corsa nella categoria del Miglior Film Internazionale
Accordi già chiusi per USA e Regno Unito, Oceania, parte dell’Europa e Medioriente, Africa francofona e Indonesia. In corso i negoziati per America Latina e Scandinavia
"Al suo film il compito di rappresentare, agli occhi di un pubblico internazionale, il cinema italiano che merita di essere promosso e valorizzato sempre di più", ha dichiarato il Sottosegretario alla Cultura