Inizierà presto la lavorazione di due documentari, uno sulla scalata della casa di produzione cinematografica Metro Goldwyn Mayer da parte del finanziere Giancarlo Parretti, e l’altro sullo scandalo Bnl Atlanta, collegato alla prima Guerra del Golfo. Lo racconta a CinecittàNews il regista Aureliano Amadei a margine della proiezione di 20 sigarette, peraltro applaudita calorosamente, e dell’incontro con circa 200 studenti di istituti della provincia di Roma svoltosi ad Ariccia, presso Palazzo Chigi. Una proiezione anomala, 20 sigarette è il primo di questi extra, spiega il critico Fabio Ferzetti, che accompagnano il progetto Cinema e storia/100+1. Cento film e un paese, l’Italia, iniziativa promossa dalla provincia di Roma, con le Giornate degli Autori, Cinecittà Luce, con il sostegno della DG Cinema- MiBAC, presentata da Steve Della Casa.
Il film – premiato a Controcampo italiano di Venezia 67, anche per l’interpretazione di Vinicio Marchioni presente all’incontro di Ariccia insieme alla produttrice Tilde Corsi – oltre che una testimonianza della strage in Iraq alla caserma di Nassiriya costata 19 vittime italiane è anche un invito a informarsi, a non accontentarsi delle notizie diffuse dai media. “Soprattutto in questo difficile momento in cui, per esempio, ben poco sappiamo della Libia, delle tribù ribelli, di un paese spaccato in due”, avverte Amadei.
20 sigarette è l’avventura autobiografica del giovane Aureliano, anarchico e antimilitarista, precario nel lavoro come nell’amore, che decide di partire per l’Iraq come aiuto regista di un documentarista. Aureliano scopre a contatto con quel mondo militare, a lui inviso, umanità e fratellanza e si ritrova, all’improvviso, l’unico civile sopravvissuto all’attentato di Nassiriya.
“Sono contro tutte le retoriche: quella patriottarda, di chi parla solo di bravi soldati italiani in guerra, e quella del versante opposto che parla di mercenari la cui morte non ci interessa – afferma il regista – La responsabilità della guerra non può essere imputata a un ragazzo che prende la divisa”. E Amadei ricorda come i vertici militari e i servizi segreti più volte abbiano avvisato i politici, il Parlamento e il governo di allora sul rischio attentati. Comunicazione purtroppo ignorata, secondo Amadei, volendo offrire un’immagine il più tranquillizzante possibile della presenza militare italiana in Iraq.
Difficoltà durante la realizzazione del film? “In fase di scrittura abbiamo evitato di usare i nomi di alcuni generali di cui alcuni processi erano ancora in corso – spiega la produttrice Tilde Corsi – Tuttavia abbiamo avuto ampia collaborazione dall’esercito che ci ha fornito le attrezzature militari necessarie sul set. Del resto abbiamo evitato il passaggio con gli uffici relazioni esterne, rivolgendoci direttamente a persone autorevoli e interessate al progetto”.
Vinicio Marchioni, il Freddo della serie tv Romanzo criminale, è il protagonista di 20 sigarette, “un ruolo complicato da interpretare quello di Aureliano perché si riferisce a una persona realmente esistita che in più è il regista. Un film ricco di temi, tra cui quello della fine dell’adolescenza, vissuta in maniera traumatica”.
A quale genere appartiene 20 sigarette? “Non mi interessa questa etichetta, direi che è un film di vita, un racconto diretto capace di far vivere allo spettatore la stessa esperienza del protagonista senza conseguenze fisiche. Senza diventare, come mi è accaduto, zoppo, mezzo sordo e con attacchi di panico”, risponde il regista.
Semmai un film che mescola i generi, conclude Ferzetti, un’opera in tre parti: la prima è una commedia lieve su questo eterno ragazzo, la seconda un vero horror con una lunghissima soggettiva dall’Iraq e la terza filosofica e più riflessiva.
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