Al cinema Adriano di Roma (proprietà Cecchi Gori, produttore del film), è stato presentato alla stampa Almost Blue, diretto da Alex Infascelli e tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Lucarelli. Con i protagonisti Lorenza Indovina, Rolando Ravello e Claudio Santamaria, c’era anche lo stesso Lucarelli, alla sua prima visione del film, come ha precisato, aggiungendo di essere soddisfatto del risultato.
Il film è angosciante al punto giusto e ha un buon ritmo da videoclip. E non solo nei momenti più “thriller mozzafiato”, ma anche in quelli notturni e sospesi dove solo la voce di Elvis Costello descrive Bologna e le voci del mondo sempre buio di Simone, il ragazzo cieco che aiuta l’ispettrice Grazia Negro a ritrovare il serial-killer “Iguana” che uccide e spoglia le sue vittime per impossessarsi della loro identità…
Lucarelli non ha contribuito alla sceneggiatura, rispettando l’autorialità del giovane Infascelli. Che ha raccontato di aver comprato i diritti del libro 20 giorni dopo averlo letto ed esserne rimasto folgorato, e di aver poi raggiunto lo stesso Lucarelli 48 ore dopo, in Sardegna dove si trovava per un festival.
Il film, che uscirà in una data già significativa, venerdì 17 novembre, può piacere a diversi tipi di spettatori: sia a quello che si attende un thrillerone all’americana, sia a chi è preparato a fare le pulci sulle somiglianze e sulle differenze col romanzo. Differenze inevitabili: d’altronde, come lo stesso Lucarelli ha precisato, ogni lettore proietta nella sua mente un proprio film, mentre legge un libro, e quindi era più che lecito che così fosse libero di fare il regista. Il quale ha tra l’altro dichiarato: “Pensavo che aver girato qualche videoclip sarebbe servito: invece fare un film è tutta un’altra cosa. D’altronde questo film era come un cavallo pazzo, e non essendo in grado di domarlo ho provato semplicemente ad assecondarlo.”
Al suo primo lungometraggio, ma membro di una famosa famiglia di produttori, Alex ha dichiarato di essersi tenuto lontano dal cinema quanto possibile: musicista fino al ’92, non ha mai studiato in una scuola di cinema, preferendo fidarsi del suo approccio “tattile”. Lorenza Indovina (l’ispettrice Negro) ha spiegato: “E’ la prima volta nella mia vita che affronto un personaggio così al buio: io arrivavo sul set con delle indicazioni, ma poi Alex cambiava idea e preferiva lasciarmi fare, provare… anche per questo è uscito un personaggio incostante e irrequieto, come voleva lui”.
Costato non poco (ma non è stato precisato quanto) per essere un’opera prima, ha potuto contare comunque più sull’inventiva e l’artigianalità italiane che sugli effettoni digitali hollywoodiani: per dirne solo un paio, la “trovata” del corpo interamente glabro dell’Iguana è stata ottenuta con la cara vecchia ceretta a caldo; oppure la lingua orrorifica del mostro, una semplice anguilla tenuta in bocca dal protagonista, l’inquietante Ravello, che forma con gli altri un eccellente gruppo di giovani talenti, dal romanziere al regista.
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