Un film tutto italiano, con un cast internazionale, tratto da un romanzo contemporaneo e girato quasi completamente all’estero, on the road. È «lo strano caso» di Alla rivoluzione sulla due cavalli, di Maurizio Sciarra, tratto dall’omonimo romanzo di Marco Ferrari, pubblicato un paio di anni fa da Sellerio.
Le riprese sono iniziate alla fine di settembre: due settimane e mezzo a Parigi e Bordeaux e poi Biarritz, Pirenei, Alta frontiera, Estremadura e Lisbona. Sciarra, che ha esordito nel 1998 con La stanza dello scirocco, protagonista Giancarlo Giannini, ha alle spalle due produttrici ambiziose: Rosanna Seregni della Sintra e Monica Venturini della Panter Film. «Avevo molto apprezzato il libro di Marco, un ex corrispondente de L’Unità da Genova, che conosco da tempo, e due anni fa ho comprato i diritti del romanzo, che mi era subito sembrato molto cinematografico. E poi, è tratto da una storia vera» racconta Seregni. «Anche con Maurizio Sciarra , il regista, c’è un vecchio rapporto di stima e di amicizia, e aspettavamo da tempo l’occasione per lavorare insieme. Così regista e autore si sono messi a scrivere la sceneggiatura insieme a Enzo Monteleone, con ritmi non troppo veloci, purtroppo. Quando abbiamo avuto lo script in mano io e Monica Venturini, che siamo in questo progetto alla pari perché entrambe amiamo i film ‘sulla strada’, siamo andate a caccia di finanziamenti».
Alla rivoluzione sulla due cavalli narra la storia di tre amici, un ragazzo italiano, uno portoghese e una ragazza francese, che nel 1974 partono in macchina da Parigi alla volta di Lisbona, dov’è scoppiata «la rivoluzione dei garofani».
Certo, gli anni Settanta sono oggi la nuova epoca d’oro del film italiano «in costume», dopo Tutto l’amore che c’è e I cento passi. Anche se il progetto di Seregni e Venturini, per anzianità, precede la moda recente degli anni di piombo. Ma, come ci tiene a sottolineare la produttrice della Sintra, questo non è un film politico, anche se c’entra la politica. «La rivoluzione, nella mia generazione, l’abbiamo sognata in tanti, tutti, andandocela anche a cercare».
Piuttosto, il film vuole essere «un road movie sentimentale e umoristico, un po’ picaresco, con incontri, avventure, e un finale a sorpresa».
Nel ruolo principale, Adriano Giannini, il figlio di Giancarlo, al suo debutto al cinema. Sciarra regista aveva del resto già diretto il padre proprio nella Stanza dello scirocco. Nella parte dell’amico portoghese, un attore spagnolo, Andoni Gracia («in Portogallo non abbiamo trovato nessuno adatto alla parte», spiega Seregni»), che ha portato a teatro, l’anno scorso, una fortunata edizione de La vita è sogno di Calderón de la Barca, premiata anche a Edimburgo. Mentre la ragazza del gruppo è Gwenäelle Simon, già vista nel 1996 in Racconto d’estate di Eric Rohmer.
Il film di Sciarra ha un budget ambizioso per i set italiani di oggi: 7 miliardi di costi totali di sola produzione, di cui quasi 6 coperti dal fondo di garanzia. Il resto è stato assicurato grazie alla vendita dei diritti d’antenna, alla Rai per l’in chiaro e a Tele+ per il digitale. Lantia curerà la distribuzione nazionale e Raitrade il mercato estero, con particolari speranze, naturalmente, su Spagna e Portogallo. Purtroppo, nonostante la natura poliglotta del film (girato in presa diretta in italiano, ma conservando gli accenti originali degli interpreti) non si è trovata una coproduzione francese, «e la cosa mi addolora molto» – racconta Seregni – «perché io ho sempre lavorato con la Francia, ma fare accordi non è più facile come una volta. Il cinema francese e quello italiano di adesso sono molto diversi, e tra gli scambi che mi sono stati proposti non c’era niente che mi interessasse. Sciarra, del resto, non è un nome noto all’estero. Forse se io e Monica ci fossimo rivolte all’area mediterranea, Spagna e Portogallo, avremmo avuto miglior fortuna, ma quando abbiamo capito che in Francia non c’era storia era troppo tardi e il film stava già partendo. E io volevo comunque fare un film fuori dall’Italia, anche per uscire dalle ristrettezze di certo cinema italiano. Anche il film che ho prodotto per Rolando Stefanelli, Il prezzo, e che dovrebbe uscire a fine ottobre, è un road movie. Questo di Sciarra sarà pronto a fine aprile, poi naturalmente cercheremo di andare a qualche festival».
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