Alla Quinzaine tutti pazzi per Virzì

Grande successo a Cannes per La pazza gioia, il nuovo film del regista toscano, che già pensa al nuovo progetto americano The Leisure Seeker


CANNES – “Variety ha fatto lo scoop”. Mi accoglie così Paolo Virzì, su una terrazza dell’Hotel Gray d’Albion, tra un photocall e un’intervista. Effettivamente Variety ha diffuso una notiziona: il prossimo film del regista livornese, il suo primo internazionale, avrà come protagonisti Helen Mirren e Donald Sutherland in una storia di fuga sulla East Coast americana. Ispirato al romanzo The Leisure Seeker di Michael Zadoorian – “ma molto molto diverso” – sarà adattato dallo stesso Virzì con Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Stephen Amidon, l’autore de Il capitale umano. Insomma si gioca in casa (perché i collaboratori fidati ci sono) ma solo in parte. Perché comunque un set americano e due protagonisti che recitano in inglese costituiscono un bel salto per il nostro autore, che spesso e volentieri ha trovato ispirazione alle sue storie se non nella natìa Livorno, almeno in Toscana. Così anche ne La pazza gioia, la tragicommedia picaresca e un po’ folle che qui alla Quinzaine ha suscitato grande commozione, applausi interminabili e molta emozione. “Io, i film, li faccio per il pubblico, per regalare emozioni e l’abbraccio del pubblico di Cannes è stato toccante. Abbiamo quasi dovuto interrompere l’ovazione insieme al delegato della Quinzaine Waintrop. C’erano 850 persone in sala, prevalentemente appassionati di cinema insieme a qualche giornalista”. E durante il Q&A si sono sprecati gli elogi. “Mi ha colpito vedere quanto abbiano apprezzato il lato tragicomico della vicenda, all’estero lo riconoscono come un tocco tipicamente italiano, alla Fellini”. 

La commedia sembra gradualmente trovare diritto di cittadinanza nei grandi festival. Nel concorso di Cannes, in questi pochi giorni, abbiamo già visto una farsa come Ma Loute di Bruno Dumont e una commedia dolce-amara come Toni Erdmann della tedesca Maren Ade. Qualcosa sta cambiando? “E’ un discorso ciclico. Il cinema nasce con Chaplin, Buster Keaton, Stanlio e Ollio, suscita insieme emozioni dolenti e risate. Siamo artisti di questo circo con il compito di provocare nello spettatore la risata liberatoria, catartica. E’ il miglior riscatto possibile al dolore della vita. Avendo perduto gli slanci idealistici di gioventù, il mio motto politico ora è limitare i danni. E il mio film lo fa”. 

Virzì a Cannes è accompagnato da Micaela Ramazzotti, dall’altra protagonista Valeria Bruni Tedeschi, che è al festival anche per Ma Loute, dove interpreta una svitata signora alto borghese moglie di Fabrice Luchini, da Valentina Carnelutti, la psichiatra compassionevole de La pazza gioia, da suo fratello Carlo Virzì, autore delle musiche, e da Marisa Borini, la mamma di Valeria in scena e nella vita.

Micaela che bacia e abbraccia il marito durante il photocall racconta così il suo personaggio: “Donatella è una donna che ha subìto mille umiliazioni. E’ una ragazza di Montecatini cresciuta in un mondo meschino, ha frequentato le discoteche, forse si è drogata, ma di fondo è una ragazza triste. Il personaggio era scritto benissimo da Paolo e Francesca Archibugi, che quando lavorano insieme sono una bomba atomica di idee. Ma io ho voluto fare tante domande, anche sceme, a uno psichiatra. Com’è una borderline che ha una depressione maggiore? Magari era solo un po’ chiusa, il suo carattere l’ha portata là. È sempre stata sola, disprezzata dal padre, che l’ha abbandonata, che le raccontava frottole, si atteggiava a Gino Paoli e diceva di aver scritto lui Senza fine per lei… Era stata trascurata dalla madre, lasciata incinta dal suo uomo. Così l’ho capita e ho cercato di renderle giustizia perché le ho voluto veramente bene”. I suoi personaggi sono tutti un po’ fragili e nello stesso tempo un po’ pazzerelli, anche quelli che Paolo le ha affidato in Tutta la vita davanti – su quel set è nato il loro amore – o La prima cosa bella. “Non mi è mai piaciuto interpretare le eroine, ho sempre preferito fare le donne sbagliate, anche con altri registi. È complicato il saper vivere”.

Virzì si lascia andare a raccontare il loro primo incontro. “Mio fratello Carlo l’aveva vista nel film di Tavarelli Non prendere impegni stasera e mi consigliò di convocarla. “Io non volevo andare – confessa Micaela – quello ha fatto film con Sabrina Ferilli, Laura Morante, Monica Bellucci… Tutte more e con le tette, io non vado bene… Sono rimasta mezz’ora davanti all’ascensore, indecisa se salire”. “E’ arrivata che aveva gli occhiali da sole e sembrava che avesse pianto tutta la notte – fa eco Virzì – Io mi sono innamorato, posso dirlo pubblicamente visto come sono andate le cose tra noi. Ho trovato in lei questo mistero e questa bellezza ferita. E ancora non ho capito chi sia Micaela anche se siamo sposati da nove anni, anzi da sette e abbiamo due figli”.

Ha già raccontato come abbia pensato a creare questa strana coppia, vedendo Micaela e Valeria insieme sul set de Il capitale umano. “Valeria viene da una grande famiglia aristocratica, tipo i Buddenbrook. E’ molto diversa, ma anche lei porta la sua emotività in scena. Entrambe hanno mancanza di pudore nel mostrarsi. La ragazza di Parigi e la ragazza di Ostia insieme producono una chimica formidabile”. Due persone diverse, diversissime. Ed anche i personaggi lo sono. “Beatrice arrogante e ricchissima, che ha evitato il carcere grazie ai suoi avvocati e alla semi infermità mentale, che si crede padrona di tutto, assedia Donatella, la nuova arrivata chiusa e ferita che con lei si sente per la prima volta guardata, considerata”.

Un accenno alla politica non manca. Al caso del sindaco di Livorno, di cui Virzì ammette di sapere molto poco, alle elezioni del sindaco di Roma, dove voterà. “Sarei quasi per dire rimandiamole queste elezioni, non sono preparati. Forse Giachetti lo è, ma ha dietro un partito che è un disastro. Rimandiamole di quattro anni. Teniamoci un amministratore che sappia limitare i danni”.

Infine si torna a parlare del nuovo progetto, ma non vuol dirne molto. “Sono eccitato di avere questo cast. Speriamo di essere all’altezza con quei due attori che sono due miti. Donald era un eroe della New Hollywood, Helen Mirren è una delle attrici viventi più straordinarie”. Lo script dovrebbe essere pronto a breve, il set è fissato a luglio, produttori sono la Indiana Production, BAC Films e Rai Cinema. 

Intanto in Italia La pazza gioia uscirà il 17 maggio, martedì prossimo: grande richiesta da parte delle sale – grazie al tam tam positivo sul film – tanto che il numero delle copie previste è già cresciuto. E grande richiesta anche dai compratori stranieri, ma i risultati concreti delle vendite la BAC Film potrà darli solo tra un paio di giorni. 

Leggi anche la nostra intervista a Paolo Virzì

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14 Maggio 2016

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