ALFIO BASTIANCICH


Dal 1982 è tra gli animatori dell’Asifa Italia, sezione italiana dell’Association Internationale du Film d’Animation, nel passato curatore della sezione animazione del Mifed di Milano e produttore esecutivo di programmi televisivi per Mediaset e Rai, è anche membro fondatore di Cartoon Media, progetto per lo sviluppo dell’animazione in Europa. Attualmente Alfio Bastiancich è consulente Rai, direttore di Cartoons on the Bay e coordinatore scientifico dell’indirizzo animazione della Scuola Nazionale di Cinema. Alla vigilia della full immersion nel festival internazionale in programma a Positano fino al 13 aprile, gli abbiamo chiesto una valutazione sulle novità dell’animazione italiana.

Lei si occupa di animazione da oltre 20 anni, come è cambiata quella italiana?
Il pugno di autori che ha dato vita all’animazione tradizionale italiana a partire dalla fine degli anni ’60 si sono trasformati da abili artigiani in imprenditori. A nomi come Manuli, Bozzetto e Laganà si sono affiancati quelli di Enzo D’Alò e Maurizio Forestieri. Il quadro produttivo è decisamente migliorato nell’ultimo decennio ma rimane inferiore a quello francese, inglese e tedesco. Quest’anno la Rai ha investito 20 milioni di euro nella produzione di animazione televisiva. Una cifra che rappresenta il 25% del fatturato totale. Se aggiungiamo anche il cinema, arriviamo a 130 milioni di euro. Le produzioni 2003 per il grande schermo sono due: Totò Sapore prodotto da Lanterna Magica per Medusa e diretto da Forestieri, di cui offriremo un assaggio a Cartoons on the Bay, e Opopomoz diretto da D’Alò per Albachiara.

Tra le chiavi del cambiamento c’è il digitale.
Sì. In Italia esiste un panorama interessante. Ci sono diversi studi cresciuti nel multimediale che si sono lanciati nella produzione di animazione, le Officine Pixel, tanto per fare un nome. Le nuove tecnologie sono centrali nella formazione. A Torino, nei 3 indirizzi del corso di animazione della Scuola Nazionale di Cinema, i ragazzi lavorano ormai in digitale e un intero corso è dedicato alla computer animation.

A Positano il concorso Pitch me! Italia è dedicato ai progetti di animazione italiani. Avete riscontrato tendenze particolari nel corso della selezione?
Sono arrivati circa 30 progetti tra cui ne abbiamo selezionato 23. Gli autori avranno 10 minuti per presentarli alla giuria che sceglierà i 5 finalisti. Molti di loro sono 25/30enni che dalla passione per il computer hanno tratto un’attività imprenditoriale e coltivano il sogno dell’animazione. Temi e generi sono disparati: si va dalla pura poesia ad ambiziosi lungometraggi in 3D fino alla serie favolistica per bambini.

Lei sostiene che un trend generale dell’animazione è l’allargamento del target di riferimento: non più solo l’infanzia ma anche gli adulti. Vale anche per l’Italia?
Cominciamo a guardare ad un pubblico di adolescenti e adulti ma non abbastanza. Pesa ancora il pregiudizio della formazione letteraria e dell’assenza di un adeguato background audiovisivo di alcune fasce di età. Eppure il successo di serie come I Simpson e South Park dimostrano che non è così.

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09 Aprile 2003

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