Tra le partecipazioni a festival che Alessandro Usai, dg di Cinecittà Holding, ha vissuto in prima persona quella di Cannes 2005 risulta la più intensa e utile, anche dal punto di vista dei contatti e delle attività svolte.
Un bilancio positivo, ma non scontato dopo aver scelto uno spazio differente per il Gruppo, rispetto alla precedente edizione del Festival. L’area “ItaliaCannes” al Noga Hilton, ha ininterrottamente ospitato attività di presentazione, di relazione con la stampa, incontri, contatti informali tra il nostro cinema e quello straniero.
La scelta di abbandonare il padiglione sulla Croisette era un rischio?
Sì perché abbiamo preso uno spazio in meno al Marché. Ma nel complesso gli spazi e gli allestimenti ci sono costati quasi la metà rispetto al 2004. Abbiamo invece privilegiato la situazione in un albergo, dove il livello di servizio è stato più elevato. Tra l’altro al Marché abbiamo diviso al 50% con l’Anica uno spazio più grande degli anni scorsi, presentandoci all’estero come Italia in maniera unita. Anche al Noga Hilton abbiamo voluto condividere lo spazio, con Le Giornate degli autori e a Coming Soon Television. Noi, come partner di maggioranza dello spazio, abbiamo usufruito inoltre della sala riunioni e dell’ufficio.
Lo spazio “ItaliaCannes” ogni giorno a pieno ritmo?
Abbiamo immaginato lo spazio come un palinsesto, che si componeva di momenti a disposizione del cinema italiano innanzitutto, oltre che dell’Istituto Luce, di Aip-Filmitalia, delle Giornate degli autori, di Cinecittà Holding. Tante le iniziative: il Club dei produttori europei, gli incontri italospagnoli, preludio forse a un comune appuntamento a Roma, la conferenza stampa della Mostra di Venezia, il Centro sperimentale con il film restaurato di Valerio Zurlini, il making of di Bmw, l’incontro promosso dalla Lazio Film Commission, il rilancio di Cineuropa.org con il commissario europeo Viviane Reding.
C’è poi il successo delle serate?
Come quella con cui abbiamo lanciato il primo numero di “CinecittàNews paper” che ha riscosso interesse, perché rappresenta uno strumento di promozione del cinema italiano dal linguaggio non istituzionale. E poi ci sono le serate ospitate: da Diamanti al cinema all’incontro delle Film Commission delle capitali europee.
Quale l’evento più significativo tra quelli organizzati?
La serata italofrancese che ha visto la presenza della presidentessa di Unifrance Margaret Menegoz, con la quale stiamo costruendo le Giornate italofrancesi di giugno a Roma, e di una rappresentanza autorevole di distributori e produttori d’oltralpe, accanto alle diverse componenti del cinema italiano presenti sulla Croisette.
E tra gli incontri?
Quello di Michael Martinelli, ad della Cinefund spa, che ha incontrato i principali investitori stranieri nel cinema, perché c’è un grande interesse dei fondi tedeschi e inglesi, molto capitalizzati, a investire nel Cinefund.
A Cannes sono venuti il neoministro Rocco Buttiglione e il dg per il cinema Gaetano Blandini.
Nella sua prima uscita ufficiale, seppure rapida, a un festival rilevante, il ministro ha incontrato informalmente una delegazione di associazioni di categoria. Blandini ha partecipato all’EFAD, all’incontro del club dei direttori generali del cinema dei paesi dell’UE nello spazio francese, dove si è discusso sia della cosiddetta direttiva dei servizi che tutti temono perché potrebbe mettere in discussione l’eccezione culturale, sia di una strategia comune contro la pirateria.
E insieme abbiamo incontrato il dg del cinema sudafricano con il quale, in attesa della ratifica del trattato di coproduzione con il Sudafrica, è stato dato il via libera comunque a singoli progetti di coproduzione.
Infine Blandini ha ipotizzato la realizzazione, con il nostro contributo, di una guida pratica sul funzionamento della legge cinema e come accedervi, rivolta in particolare ai produttori.
E a Venezia come vi organizzerete?
Il Centro sperimentale di cinematografia pare interessato a uno spazio in comune. E stiamo anche trattando con RaiSat. Anche perché il 6 giugno annunceremo, alla Casa del Cinema, un accordo strategico con RaiSat, nel quale s’ipotizza la nostra collaborazione in particolare con Cinema World, e poi con gli altri canali: dall’utilizzo di contenuti su diverse piattoforme agli eventuali diritti filmici di Cinecittà Diritti, fino ad avere un partner televisivo che segua il cinema italiano in tutti momenti di promozione all’estero, come è già avvenuto con la rassegna promossa da Aip-FilmItalia a Tokyo.
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