Alessandro Siani inaugura il 2024

Davide Di Rienzo, laureato in medicina e finito a fare il volontario alla Caritas, perché troppo influenzato dall’opprimente figura paterna di medico eccellente - in poche parole la pecora nera della famiglia Di Rienzo - conduce una vita tendenzialmente normale, spesa tra una delusione amorosa e l’altra. Un giorno, però, il suo equilibrio viene sconvolto da una telefonata: suo padre è morto.

Una foto dal set

Tornato nella vecchia villa di famiglia, decide di prendersi cura della madre Lina, visibilmente scossa e provata, assieme ai suoi fratelli perfetti Renzo e Isabella, rispettivamente avvocato e psicologa, entrambi di successo.

Ma ecco che nel giro di pochissimo, la madre Lina sembra aver recuperato tutto l’entusiasmo e la gioia di sempre. Sarà stato il calore e l’amore dei figli? Non proprio, quanto più un nuovo, imminente, matrimonio: il suo. Lina, infatti, si sposerà la settimana seguente con il signor Angelo Cederna, vecchio amichetto e fidanzatino d’infanzia. Che cosa? Chi è quest’uomo? I tre fratelli vogliono vederci più a fondo. Ma per il momento, c’è soltanto una certezza: questo matrimonio non s’ha da fare!

Ad ogni modo, il giorno del matrimonio, nonostante le crescenti perplessità dei tre figli, arriva, ed è proprio il giorno in cui tutte le certezze sulla famiglia Di Rienzo vengono spazzate via, come un castello di carte. Tanti segreti sorprendenti stanno per essere svelati come succede nelle migliori famiglie, e forse proprio Davide…

In sala con 01 il primo gennaio Succede anche nelle migliori famiglie! di e con Alessandro Siani, con Cristiana Capotondi, Dino Abbrescia, Anna Galiena, Antonio Catania, prodotto da Flavio e Federica Lucisano per IIF insieme con Rai Cinema.

Dice Siani: “è sicuramente il mio ritorno alla commedia pura. Molti film favolistici hanno scandito il mio percorso da regista, segnando e contaminando il mio stile diviso tra magia e comicità. Il mio ultimo film Tramite amicizia invece è stato un progetto cinematografico inedito e apripista di una mia svolta realistica che potesse essere anche traghettatore di un racconto più vicino alla gente e alle famiglie, le quali momentaneamente hanno abbandonato la sala e che invece hanno sempre fatto la differenza nel nostro cinema italiano.

E sulla scia di questa nuova voglia di “raccontare” ho immaginato una storia familiare piena di sorprese, contraddizioni e amore che scoppiano a ridosso di due eventi: un matrimonio e un funerale!! Tutto vissuto in un’atmosfera tragicomica e irriverente!

Racconto la famiglia ma non la mia, la mia è meno drammatica ma decisamente più comica. “Succede anche nelle migliori famiglie” è una frase che ascoltavo spesso quando ero ragazzino ed era una frase che nascondeva retorica e falso perbenismo. Ma contemporaneamente mi divertiva tanto immaginare una famiglia contemporanea, con luci e ombre. E ora tocca solo entrare in sala, sedersi, spegnere il telefono ed accendere la vita sul grande schermo!”

“Ho visto Alessandro molto a suo agio – commenta Capotondi – il film mi è sembrato molto ben ritmato con grandi momenti di divertimento, credo che lui abbia saputo mettere insieme i suoi diversi tipi di spirito comico e romantico e che li abbia sempre gestiti molto bene. Si è rivelato un regista molto scrupoloso anche nella parte estetica, per esempio nella scelta delle splendide location siciliane tra Cefalù e Milazzo in cui abbiamo girato, prima tra tutte quella villa da sogno dove si immagina che la famiglia che raccontiamo sia vissuta in passato solida e unita per poi ritrovarsi diversi anni dopo in occasione della morte del padre: la casa rappresenta una sorta di personaggio a sé stante nel film, racconta moltissimo della vita familiare dei personaggi principali”.

“La storia in cui mi ha coinvolto Alessandro – prosegue Abbrescia –  prometteva già molto bene, mi è sembrata subito una vicenda curiosa con le vicende familiari che rievocavano certe recenti commedie americane “scorrette” come Weekend con il morto. Una volta sul set non ho mai avuto paura che lui da protagonista del film potesse essere accentratore e debordante, è stato sempre delicato e generoso con noi attori e ci ha sempre protetti mettendoci in grado di agire nelle migliori condizioni. Alessandro capisce subito che cosa aggiungere o togliere in una certa sequenza, ha un livello di attenzione molto alto verso tutto quello che succede intorno a lui, per esempio sulle reazioni e sugli sguardi, e poi si lascia andare nella totale improvvisazione: in quei momenti devi esser pronto ad assecondare la sua creatività in scena, lui capisce subito se tu ti trovi bene in una certa circostanza
o alle prese con una certa battuta”.

Riprende la parola Siani:

“Chi fa commedia in questo momento va controtendenza. Non c’è più il classico film di Natale, la mente delle persone lo ha abolito. C’è un’altra cultura, noi cerchiamo le famiglie, che ora non stanno andando al cinema. Abbiamo lanciato un segnale, magari sarà un segnale di fumo.

Emblematico il successo di Paola Cortellesi, purtroppo non legato a un’onda positiva del cinema italiano ma a un film oggettivamente perfetto che ha saputo parlare alla nostra società.

Il suo film è ancora in sala, ma il resto traballa. Ci sono film comici, Ficarra & Picone, Pio & Amedeo, poi Fabio De Luigi, la proposta di commedia in sala c’è, e speriamo in una rinascita.

In questo senso era importante che fosse una storia semplice, che lasciasse spazio alla battuta e alla gag. Ormai sono più di vent’anni che bazzico nell’ambiente. Il comico prima era irriverente: era quello che poteva dire tutto quello che gli altri non potevano dire. Oggi sui social tutti dicono di tutto, ma al comico non è concesso. E’ come chiedere a uno chef di realizzare una cena meravigliosa senza poter usare gli ingredienti che vuole. Dobbiamo scansare un sacco di temi e battute a causa del politically correct, ma ce la caviamo con la spontaneità e l’improvvisazione”.

Il film è una commedia anche molto fisica, con elementi da slapstick, qualcosa di ormai piuttosto raro: “l’ultimo grande film comico a livello internazionale è stato Una notte da leoni, commedia scorretta, cattiva, ma esilarante. Io ho inserito tutti gli elementi possibili, dalla battuta, all’equivoco, al gesto. Ci sono tornato dopo tanti anni. Il tema è quello delle apparenze. Tanti film parlano di famiglia, c’è nell’aria un desiderio di verità, ma partendo proprio da questo tema, oltre i non detti e i segreti, soprattutto con le persone amate, i parenti e chi ti è più vicino”.

Altra particolarità è l’ambientazione siciliana, al contrario delle abitudini naturalmente partenopee di Siani: “A volte mi sono già spostato, a Ferrara, a Merano. Ma qui cercavo immagini che dessero respiro. Venivamo da periodi duri, tra vari lockdown, e volevo delle location indubbiamente meravigliose, posti che nemmeno io avevo mai visitato, Milazzo, Cefalù… la Regione e la Film Commission sono state molto disponibili, sono veramente entusiasta, e poi ho amici in Sicilia che mi hanno dato tante belle indicazioni su luoghi che potessero piacere a tutti, non solo ai siciliani”.

Altro elemento di cambiamento nel mondo della commedia è l’arrivo delle piattaforme: “Lì si va forte – dice ancora Siani – perché ti vengono incontro con gli orari, e puoi anche rivedere film del passato, seguire il tuo modo di sentire. Però mi ha fatto piacere sentire la gente che rideva tanto alle Giornate di Sorrento… di solito quando succedeva questo in passato, il film poteva ambire ad essere visto da tanta gente. Oggi è tutto più precario, non sappiamo cosa succederà. Però le risate della gente in quella giornata ci danno la forza di proseguire nel nostro progetto. E’ un esperimento, che deve continuare e mai perdersi. La commedia resta fondamentale anche per il cinema italiano, i suoi incassi, i suoi momenti storici… e poi perché dovrebbero funzionare tanti altri generi e non la commedia, per sempre? Un passaggio ci sarà. La risata ci salva sempre”.

Chiudono i produttori.

Paolo Del Brocco di Rai Cinema dichiara: “Il problema non è il genere commedia in sé ma il fatto che ne vengano fatte molte che sono brutte e banali, soprattutto quelle che vanno su piattaforma. Il pubblico è saturo, una vale l’altra, se ogni Natale tra novembre e dicembre escono otto film su piattaforma, tutti uguali, si distrugge l’afflato della commedia in sala. L’unica cosa che possiamo fare è cercare di fare belle commedie, poche ma buone, l’unica differenza tra i film è che ci sono quelli buoni e quelli brutti. Una buona strada è essere decisi. Per Alessandro è un ritorno alla commedia pura, dritta per dritta, che fa ridere, senza malinconie. Prima o poi tornerà la voglia di risata collettiva”.

“Condivido tutto – aggiunge Federica Lucisano – agli inizi dei 2000 si facevano solo cinepanettoni e film d’autore, noi spiazzammo tutti con Notte prima degli esami, un genere all’inglese, tipo Notthing Hill e Quattro matrimoni… , fu un nuovo filone che riportò il cinema italiano al 35% di quota di mercato. Poi ci siamo seduti, e non solo per via delle piattaforme, è responsabilità di tutti. Ci è mancata la vena creativa. Ora c’è stata la pandemia, il pubblico torna in sala per il film percepito come evento, e spero che questo lo sia. Ma soprattutto quando Alessandro sul set mi ha detto che voleva fare una commedia pura ero contentissima di farmi grosse risate in sala”.

 

Andrea Guglielmino
20 Dicembre 2023

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