Ottobre è un buon momento per uscirsene con uno slasher, dato che il periodo prelude ad Halloween e alle feste autunnali in generale, che negli USA sono molto sentite. L’anno scorso uscì Thanksgiving, prodotto da Eli Roth.
Quest’anno Damien Leone ci delizia con il violentissimo Terrifier 3, che oltretutto ha tema natalizio e quindi potenzialmente compre tutta la stagione.
Il film è in sala con Midnight Factory in anteprima pero Ognissanti e poi ufficialmente dal 7 novembre.
Leone ha poi il merito di essere tra i pochi registi odierni ad aver creato un’icona, l’inquietante Art il Clown, che è riuscita a imporsi nell’immaginario horror alla pari di illustri predecessori degli anni ’80 e ’90 come Freddy Krueger di Nightmare, Jason Voorhees di Venerdì 13, Michael Myers di Halloween e Leatherface di Non aprite quella porta.
I primi due Terrifier, grazie al loro mix di ironia e crudezza hanno conquistato il pubblico: Art è un cartone animato, non parla, si muove come un mimo – figura già di per sé anarchica e incontrollabile – e ragiona come un cartone animato.
E’ il motivo per cui si diverte a uccidere, ma probabilmente resta anche deluso. Se do una martellata in testa a un cartone, si schiaccerà su sé stesso e tornerà come nuovo a giocare con me nel giro di qualche secondo. Se lo faccio con un essere umano, il suo cervello schizza fuori dalla scatola cranica e lui semplicemente muore.
Che noia! Per questo non si può smettere di uccidere… altrimenti il gioco finisce subito.
Qui Leone si diverte a trasformare le tradizioni festive in armi letali e distorcere le immagini natalizie, aggiungendo strati biblici e bizzarri alla sanguinosa firma degli effetti pratici. Indossando un costume da Babbo Natale, il killer psicopatico (David Howard Thornton) porta una nuova sfumatura al suo già distintivo stile di macellazione slasher, un elemento necessario, mentre Leone complica la mitologia della franchise con ogni nuovo episodio.
Terrifier 3 riflette grossomodo Terrifier 2. Presenta scene di morte incredibilmente brutali mentre Lauren LaVera sopravvive per combattere un altro giorno nei panni della amata Final Girl Sienna Shaw, la “prescelta” destinata a sconfiggere Art.
C’è anche la sopravvissuta Victoria “Vicky” Heyes (Samantha Scaffidi), che ha dato alla luce la testa mozzata di Art durante i titoli di coda di Terrifier 2, il che porta allo sfogo del simbolismo religioso della Vergine Maria e della stigmate, spiegando l’ossessione di Art per il Natale.
Ok, la trama non è il punto forte, ma importa qualcosa?
La maestria degli effetti speciali in Terrifier 3 non può essere negata. Ubriaco dello spirito natalizio, Art sfonda ghiaccioli umani creati con azoto liquido e addobba un albero con pezzi di intestino L’arsenale di Art si espande per produrre una festa di orrori natalizi che non spreca nemmeno un grammo di carne e sangue.
“Siamo nello stesso business,” implora il più sfortunato Babbo Natale impersonato al pronto a sparare Art il Clown. “Facciamo felici le persone.”
E in un certo senso, è vero: bisogna solo stabilire cosa fa felice ciascuno di noi.
“Art non è solo un killer – dice Leone – è una sorta di personaggio tragico che cerca di portare un sorriso, ma lo fa nel modo più macabro possibile. Ho sempre voluto che rappresentasse la dualità della nostra natura umana: la paura e l’inquietudine mescolate con l’umorismo. Ogni film deve superare le aspettative dei fan. Siamo consapevoli della pressione, ma il nostro obiettivo è sorprendere il pubblico con esperienze uniche che li facciano riflettere sulle loro paure più profonde.
Vogliamo che il pubblico non si limiti a guardare, ma che partecipi attivamente. I temi di Terrifier 3 esplorano la linea sottile tra realtà e incubo, e vogliamo che gli spettatori riflettano su ciò che vedono”.
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