“Vi vedo entusiasti, partecipativi. Sono contento. Con questa atmosfera di complicità che si è creata potremmo anche decidere di organizzare un bel viaggio insieme, che dite?” A parlare è Alessandro Siani, uno che di far battute non smette mai, specie se deve rompere il ghiaccio davanti alla platea di giornalisti che stamattina a Roma hanno assistito alla presentazione del suo nuovo film, La seconda volta non si scorda mai. A due anni dall’esordio cinematografico con Ti lascio perché ti amo troppo, il comico napoletano torna a recitare sotto la direzione di Francesco Ranieri Mariotti un soggetto scritto da lui insieme a Francesco Albanese, sua spalla e collaboratore da 15 anni. Squadra che vince – si sa – non si cambia e così dopo gli incassi (240mila euro) del primo film, che addirittura strappò al Codice da Vinci il primato di film più piratato a Napoli, Mauro Berardi, l’uomo che produsse i film di Massimo Troisi contribuendo al suo successo su scala nazionale, ritenta il colpaccio con l’operazione Alessandro Siani la cui popolarità è in crescente aumento. Se a Napoli il comico riesce a riempire lo Stadio San Paolo con i suoi spettacoli (25mila spettatori), fuori dai confini campani il pubblico comincia a ricordarsi di lui come presenza fissa dei cinepanettoni targati De Laurentiis. E proprio in Natale a New York, Siani ha incontrato la sua partner in La seconda volta non si scorda mai, la soubrette Elisabetta Canalis qui nei panni dell’avvocato che farà perdere la testa all’agente immobiliare Siani. Peccato che la Canalis sia già impegnata con un uomo più grande.
Come mai non ha scelto un’attrice professionista, magari napoletana?
Perché il film è un esperimento. Stavolta volevamo fare una cosa che andasse bene su scala nazionale non solo per Napoli e provincia. Niente di presuntuoso: una pellicola a metà tra La donna che visse due volte e Quarto Potere. Cercavo quindi una donna un po’ da modellare, volevo farne una Pupella Maggio, ma poi girando mi sono accorto che Elisabetta ha delle sfumature alla Titina de Filippo. La scoperta mi ha impressionato e confuso al punto che alle volte sul set la guardavo e la chiamavo Eduardo. E poi è l’unica che ha accettato. Certo abbiamo dovuto darle 50mila euro: 40mila subito e 10mila a fine riprese in nero, ci tengo a precisare. Ne è valsa la pena però. In ognuno di noi si nasconde un attore e in Elisabetta devo dire che si nasconde proprio ‘na bellezza!
L’inizio del film ricorda molto l’incipit di Scusate il ritardo. Oltre a Troisi chi sono i suoi miti?
Totò, Eduardo e Benigni. Ma se posso omaggio sempre Troisi che cercava di raccontare Napoli e i suoi cittadini senza cliché. Al cinema il napoletano o è un ladro o un personaggio folkloristico, io provo a fare qualcosa di diverso. Anche nei cinepanettoni. De Laurentiis sa che io non dirò mai le parolacce nei suoi film, perciò a fine ciak me le dice lui così si sfoga.
Quasi 2 milioni di euro di budget, una forte campagna pubblicitaria e una distribuzione su scala nazionale da 200 copie grazie a Mikado. Non ha paura di sciupare tutto uscendo in sala nello stesso weekend in cui arrivano al cinema i film di George Clooney e Jodie Foster? Anzitutto per me già aver fatto due film così è un successo, una specie di miracolo italiano. Non dimenticate che io sono cresciuto nella Napoli dei film di Mario Merola e Nino D’Angelo. Merola ha fatto sempre lo stesso film: il ricevimento al ristorante per la prima comunione del figlio, l’agguato dei malviventi, una sparatoria da 10 minuti e poi quando si accorgeva che a morire era stato solo il suo bambino mica chiedeva di chiamare un’autoambulanza, no cantava. E D’Angelo? Come si poteva spiegare che la ragazza più bella e ricca della zona si innamorasse sempre di lui. Uno che anche in agosto girava in spiaggia con il maglione di lana a collo alto, altro che Leonardo Di Caprio dei poveri, lui il Titanic lo aveva preso proprio di faccia. Quanto a George non so se sopravviverà così a lungo da vedere i risultati del botteghino qui in Italia. A forza di pigliarsi espressi e alcolici da pubblicizzare avrà un fegato così. E poi a Napoli il suo film (Niente regole in amore) è già sulle bancarelle da una settimana. L’ho piratato io, ma gli ho cambiato il titolo in “George in confronto a Alessandro nun si nisciuno”.
Che farà allora dopo aver battuto il film di Clooney?
Porterò in tournee in giro per l’Italia il mio spettacolo “Per tutti” che debutterà al Ciak di Milano e poi farò un altro film per Mauro Berardi, magari ci scappa un seguito de La seconda volta non si scorda mai.
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