Alessandro Rossetto


Giangiacomo FeltrinelliIn apertura c’è un primo piano di Giangiacomo Feltrinelli ripreso da un artista della Factory di Andy Warhol. È intenso e sorprendente come le immagini spassose dell’incontro tra l’editore e Fidel Castro dove il lider maximo spiega come fare le lasagne. Feltrinelli, documentario di Alessandro Rossetto, filmaker di formazione francese molto apprezzato all’estero, è uno dei titoli piu’ attesi tra gli italiani di Locarno. Il motivo è semplice: la figura dell’editore rivoluzionario morto su un traliccio di Segrate nel 1975 rimane una delle figure più controverse e significative della cultura italiana del dopoguerra.

 

Nacque da una famiglia ricchissima ma decise che cambiare il mondo era la sua missione. Ci provò coi libri, poi, temendo una reazione fascista nell’Italia della strategia della tensione, fece sua la scelta perdente e sbagliata, delle avanguardie armate. Chi si aspettava da Rossetto un film biografico rimane, deluso, almeno parzialmente. Feltrinelli parte dal suo fondatore ma l’obiettivo è raccontare la storia della casa editrice e il “mestiere di fare libri”, formula che era anche il working title del documentario. “La genesi del film è frutto di un concorso di elementi: la mia idea di fare un film sulla scrittura e una libreria Feltrinelli, i cinquant’anni dell’azienda e l’inizio della collaborazione tra il marchio e Carlo Cresto Dina“. Quest’ultimo, produttore di documentari come Alice è in paradiso, ha curato la collana Feltrinellli Real Cinema ed è ora a capo della Eskimosa, società del gruppo fondato nel 1955, che ha coprodotto il film di Rossetto insieme a Dschoint Ventschr (Svizzera), Pandora Film (Germania) e alcune tv svizzere.

Il documentario celebra uno dei marchi letterari italiani più rilevanti e un’azienda che conta quasi 100 negozi in tutta Italia ma, forte di una regia sapiente e sofisticata, non si perde in eccessi retorici. Alle interviste preferisce immagini d’archivio e una serie di testimonianze in forma di dialogo: tra Giorgio Bocca e Carlo Feltrinelli, la più politica tra tutte, tra Alberto Rollo, editor, e Maurizio Maggioni, scrittore, tra Inge Feltrinelli e un amico al cimitero. Cruciali gli episodi che hanno fatto la storia della casa editrice: la pubblicazione di Dottor Zivago di Boris Pasternak che costò a Giangiacomo Feltrinelli l’allontanamento dal PCI, la creazione del primo self service, la ricerca di nuovi autori internazionali. Centrale nel percorso dell’editore, anche la creazione della Fondazione che porta il nome di famiglia e rimane tuttora un punto di riferimento per studiosi di tutto il mondo.

Feltrinelli è stato annunciato come primo documentario di Eskimosa. Dovrebbero seguire Sharon e mia suocera diretto dal palestinese Michel Khleifi e tratto dal libro omonimo di Suad Amiry e quattro documentari per le sale coprodotti con Rai Cinema.

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07 Agosto 2006

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