Alessandro Bertoncini, classe 1994, a 19 anni è entrato alla Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté e due anni dopo ha debuttato sul primo set. “Questo non è un mondo semplice, è fatto di alti e bassi. Bisogna però andare avanti, avere fiducia e saper aspettare”, dice il 29enne a Cinecittà News.
Nell’opera prima di Alessio Di Cosimo, L’età giusta, attualmente disponibile su Paramount+, l’attore interpreta Alessandro, nipote di Francesca, ossia Valeria Fabrizi, un giovane, orfano di genitori, cresciuto dalla nonna, che si è fatto soffiare la casa che gli ha lasciato la donna da una pseudo-fidanzata. Francesca mentirà al nipote dicendo che è malata e ha un ultimo desiderio da esaudire, ossia fare un viaggio insieme a lui e alle sue amiche della casa di riposo in cui vive (interpretate da Gigliola Cinquetti, Paola Pitagora e Giuliana Lojodice). Uno stratagemma per spingere il ragazzo a crescere e trovare la propria strada.
Mentre sogna un giorno di lavorare con Martin Scorsese e recitare al fianco di Robert De Niro, vedremo prossimamente il giovane anche nella seconda stagione de Il Santone-#lepiùbellefrasidiOscio, una delle serie comedy di successo di RaiPlay nata dalla penna di Federico Palmaroli e ambientata a Centocelle, quartiere popolare di Roma, dove Neri Marcoré da antennista si trasforma in un saggio guru di bianco vestito.
Alessandro, quanto ti senti vicino al personaggio che interpreti ne L’età giusta?
Parecchio. A 25 anni un po’ tutti non sanno cosa vogliono fare nella vita. Capisco bene come si sente Alessandro, io che ho deciso di intraprendere un percorso come quello della recitazione, così altalenante e complicato. Lui si vede che ha una forza interiore che è solo nascosta e deve venire fuori. Bisogna avere e darsi fiducia e prendersi i propri tempi e non pensare che è tutto adesso e subito. Alessandro nella sua vita aveva bisogno di questo viaggio per arrivare alla meta. Anche se qui c’è chi decide per lui, perché è la nonna a spronarlo.
I nonni sono fonte di grande saggezza.
Sono persone fondamentali nella vita. Io ho la fortuna di averli ancora quasi tutti. Una nonna mi ha praticamente cresciuto, insieme a mio nonno che è morto anni fa, ma che è stato una delle persone più importanti della mia vita. La sua impronta in me e nella mia famiglia è ancora molto presente, nonostante non ci sia più da tanto tempo.
Com’è stato lavorare con queste attrici piene di vita?
Personalmente mi hanno lasciato tutte moltissimo. Sono artiste che hanno tante cose da dire e storie da raccontare e sul set mi hanno trasmesso tutta la loro esperienza, anche umana.
Quanto è difficile oggi fare l’attore?
Io sono entrato alla Volonté a soli 19 anni e a 21 ho iniziato a lavorare. Sono anni che ci provo e aspetto. Questo è un lavoro fatto di alti e bassi, ho pensato anche di mollare e fare altro. Ricordo che a scuola Laura Muccino, una delle nostre insegnanti, ci disse di partire dall’idea che questo era il nostro piano B. Nel frattempo, bisogna fare anche altri lavori, trovare delle alternative, non rimanere fermi.
Viviamo in un mondo così caotico. Ti è mai venuta voglia, come racconta sempre L’età giusta, di lasciare tutto e cambiare il tuo stile di vita?
Mio nonno tanti anni fa ha deciso di lasciare l’università e ha comprato un casale in Toscana dove ha costruito la sua vita e messo su famiglia. Io sono fisicamente nato in quella casa. Lasciare il caos per tornare in una dimensione più umana e serena non sarebbe così male.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Punto in alto. Poter lavorare con Martin Scorsese e recitare al fianco di Robert De Niro.
Intanto ti vedremo anche nella seconda stagione de Il Santone.
Abbiamo finito di girare i nuovi episodi recentemente e li vedremo il prossimo anno su RaiPlay. È una serie davvero fortunata, che grazie alla sua ironia ha saputo conquistare molti spettatori.
Ne L’età giusta si dice: ridere è il linguaggio dell’anima.
È una chiave per affrontare la vita. Io sono uno che mette sempre tanta leggerezza. Ne abbiamo bisogno soprattutto in questo periodo complicato. Ma alle volte vedo gente troppo seriosa in giro, che invece dovrebbe guardare al mondo di più con il sorriso.
Ad oggi qual è il progetto che ti ha arricchito di più?
Devo dire che L’età giusta mi ha dato veramente tanto. È stata l’occasione più grande che ho avuto fino ad oggi, anche di mettermi alla prova con un ruolo centrale in un lavoro corale. Alessio, che ha scritto e diretto questa storia, mi ha dato la possibilità di dire la mia sul set, di dare qualcosa in più durante la lavorazione, di fare proposte. Mi sono sentito coinvolto come autore. E questo non capita spesso. È stato un momento di grande condivisione e confronto.
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