Il grande truccatore e hair stylist Aldo Signoretti è pronto a prendersi una pausa dal set di M. Il figlio del secolo, in cui è impegnato a rendere Luca Marinelli il più simile possibile a un giovane Benito Mussolini, per volare a Los Angeles da dove potrà tornare con una statuetta in più nella valigia. Candidato agli Oscar per la quarta volta, in questo caso per il make up & hair di Elvis di Baz Luhrmann con Mark Coulier e Jason Baird, Signoretti è tra i pochi italiani in nomination: insieme a lui troviamo Alice Rohrwacher, che spera nella statuetta per il corto Le Pupille, e a Lorenzo Zurzolo nel cast del film candidato EO di Jerzy Skolimowski. Signoretti parte giovedì da Roma per Los Angeles dove parteciperà a vari eventi per i candidati all’Oscar e venerdì 10 marzo sarà tra i protagonisti di Los Angeles – Italia (dal 5 all’11 marzo) che all’Istituto Italiano di Cultura organizza un evento in onore suo e degli altri candidati italiani all’Academy Award 2023.
“Non mi suiciderò se non vinco – dichiara Signoretti in un’intervista all’ANSA -, ci ho sperato tanto per Apocalypto di Mel Gibson che secondo me era un film perfetto per il mio lavoro, e poi anche nel Divo di Paolo Sorrentino e nel Moulin Rouge di Luhrmann con cui ho un legame speciale”.
L’artista racconta il provino a cui si è sottoposto l’attore Austin Butler, che per il suo ruolo di Elvis è tra i i favoriti per la vittoria nella categoria di miglior attore: “Sono andato a New York ad incontrare Austin Butler con Baz e c’erano anche altri due attori di talento di cui non faccio i nomi. – rivela -Mi sono portato qualche parrucca realizzata sull’immagine di Presley e le abbiamo provate agli interpreti, tutti bravi, di talento, capaci di ballare, cantare, muoversi. Ebbene solo su Austin calzavano a pennello, sembravano non maschere di carnevale. Io non ho avuto dubbi e anche grazie a quel provino Luhrmann ha scelto Butler”.
“Ho 50 anni di carriera e posso dire che Luhrmann è un regista più che attento, direi ossessionato per la messa in scena che vuole perfetta, i capelli sono una sua fissa. – continua Signoretti – Solo per quel provino mi sono portato dietro parrucche di vari tipi, a cominciare da una parrucca bionda perché così era Presley, poi nasi diversi, menti diversi per adattarli sul volto. Poi sul set ci siamo divisi i lavori, anche perché Coulier è un genio del prostetico, io ho lavorato su acconciature e trucco di Elvis e del colonnello Tom Parker con un irriconoscibile Tom Hanks trasformato anche grazie alla rasatura completa dei capelli cui l’ho sottoposto. Lo spettatore non sa quanti passaggi ci sono per questi attori al trucco ed è nostra abilità far sì che non si vedano”.
Anche il look di Marinelli sarà stravolto per diventare Mussolini: “Ho rasato molto anche lui, un po’ l’ho massacrato, ma da super professionista qual è non ha fatto un fiato e si è fidato. Del resto il cinema è un lavoro di team e tutti lavoriamo per fare qualcosa di eccellente, qui poi ci sono anche grandi scene di massa e look giusti per tutti, non dimentichiamo come ho combinato Elio Germano per Ligabue o Mastroianni per Ginger e Fred, nessuno si ribella, anche loro sono alla ricerca del personaggio”.
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