ALBERTO GRIMALDI


“Ho firmato il primo contratto con Martin Scorsese nel marzo 1976 quando era un giovane di talento. A New York vidi Taxi driver, lo contattai e gli proposi di fare qualcosa insieme. Lui mi parlò subito del libro di Herbert Asbury, Gangs of New York“.
Alberto Grimaldi, 26 anni dopo, firma questa lunga storia produttiva costata più di 100 milioni di dollari e che ha coinvolto diverse major americane, mentre Gangs of New York, nominato ai Golden Globes, aspetta domenica prossima il verdetto finale dei giurati di Hollywood.
Più di 40 pellicole all’attivo per quest’uomo, diventato produttore negli anni ’50 per caso, quando da giovane avvocato iniziò a curare e vincere alcune cause per la Columbia. Grimaldi ha scandito la storia produttiva dei più grandi film italiani d’autore: da Casanova e Satyricon di Fellini, a I racconti di Canterbury, Il Decameron, Salò o le 120 giornate di Sodoma, Il fiore delle mille e una notte di Pasolini; da Ultimo tango a Parigi e Novecento di Bertolucci a Per qualche dollaro in più e Il buono il brutto il cattivo di Leone.

“Gangs of New York” è candidato ai Golden Globes ed è in corsa per le candidature agli Oscar: riceverà qualche premio?
Intanto aspetto i risultati di domenica. Quanto allo scenografo Dante Ferretti questa volta l’Oscar se lo meriterebbe, abbiamo lavorato insieme sul set di 7-8 film (diretti da Fellini e Pasolini, ndr.). L’unico in grado di competere con Ferretti è lo scomparso Danilo Donati: la scenografia di Pinocchio è straordinaria.

Come andò all’inizio con Scorsese?
Martin nel 1976 non era ancora una star e ci mettemmo d’accordo per sviluppare il progetto di Gangs of New York. A maggio dello stesso anno acquistai i diritti del libro e a novembre Martin Scorsese, io e Jay Cocks firmammo un nuovo accordo per la sceneggiatura. Ricordo che in quello stesso periodo annunciai la produzione del film a “Variety weekly”.

Quante sceneggiature furono realizzate?
Quattro. A Jay Cocks e Scorsese nel tempo si è aggiunto Steven Zaillian ( Schindler’s List, ndr.) e infine Kenneth Lonergan (Terapia e pallottole, ndr.).

Poi, nel maggio del ’91, lei firmò un contratto con la Universal?
Sì, per il finanziamento del film. Ma verso la fine del ’95 la Universal cedette i diritti di alcuni film, compreso Gangs of New York, alla Disney.

Perché proprio la Disney?
Perché Michael Ovitz, che era anche l’agente di Martin Scorsese, in quel momento era appena diventato vicepresidente della Disney, e così volle comprare i diritti. Disney ha poi utilizzato una sua società, la Miramax, per trattare l’affare.

Nel frattempo Scorsese non era giunto a una sceneggiatura definitiva. Perché lei ha aspettato così tanto tempo? La sua ultima produzione risale al 1986: Ginger e Fred di Fellini.
Martin dedicava poco tempo alla sceneggiatura, visti i costi elevati del film. Continuava a realizzare progetti nei quali non ero coinvolto. Ma per Gangs of New York ho sempre pensato a lui. Serviva una persona di talento che conoscesse molto bene la storia di New York. Non ho mai cercato di sostituirlo, anche se avrei potuto farlo.

Chi ha scelto il cast e perché Robert De Niro è uscito dal progetto?
Michael Ovitz è agente personale non solo di Scorsese, ma anche di Cameron Diaz e Leonardo DiCaprio. Una volta entrato nell’affare li ha proposti e con la loro presenza abbiamo ottenuto un minimo garantito dalle distribuzioni. Non ho mai saputo le ragioni reali dell’uscita di scena di De Niro.

Nel dicembre 1999 il “New York Post” scrive del tentativo da parte di Miramax, Disney e Michael Ovitz di estrometterla dal progetto.
L’articolo è vero solo in parte: feci causa alle major attraverso il mio legale Ronald Taft. L’ufficio legale della Miramax mi aveva spedito una lettera con la quale dichiarava di non ritenersi in alcun modo impegnata nei miei confronti. Li citai in giudizio, ma con una transazione fu riconosciuto che ero e dovevo essere il primo produttore. Stavano accampando un diritto inesistente. Possedevo i contratti con Scorsese, i diritti del libro, il contratto con la Universal e anche il supporto dei costi relativi: seguivo questo progetto da 23 anni. La cessione dei diritti di finanziamento della Universal nei confronti della Disney non poteva certo escludere la mia presenza.

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17 Gennaio 2003

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