Albanese si fa in tre in ‘Tutto tutto niente niente’

Torna sul grande schermo l’ambiguo politico Cetto La Qualunque, interpretato da Antonio Albanese, dopo il successo di Qualunquemente che ha portato a casa 16 milioni di euro. Il regista è ancora Giulio Manfredonia, ma stavolta ad affiancarlo ci saranno altre creature ‘cult’ dell’attore e cabarettista, il secessionista Rodolfo Favaretto e lo stupefacente mistico Frengo Stoppato. Il titolo è Tutto tutto niente niente, e le riprese sono in corso nell’area del borgo di Fogliano (Latina) all’interno del Parco Nazionale del Circeo.

“I tre personaggi fanno un percorso comune – dice l’attore – dal carcere al Parlamento, che oggi non è così improbabile. Non è però il parlamento classico, che vediamo sempre in tv. Ce lo siamo reinventato in chiave futurista”. Nel cast anche Lorenza Indovina, Fabrizio Bentivoglio, Lunetta Savino e Paolo Villaggio nei panni di un comico genovese diventato presidente del Consiglio. Prodotto da Fandango e Leo con Rai Cinema, il film è previsto per il 21 dicembre in 400-500 copie.

Per Cetto questo sarà il canto del cigno: “Chiudiamo il suo ciclo anche se credo che personaggi come lui in Italia ci saranno ancora a lungo”. Per Manfredonia, la commedia racconta “vari aspetti del Paese, alcuni ridicoli, altri inquietanti, però è anche un modo affettuoso di guardare all’Italia per raccontare le cose che non funzionano, per sconfiggerle con una risata”.

“Per ora l’Italia è incerottata – afferma Albanese sull’attuale governo tecnico – vedremo che succede quando si tornerà alla politica”. L’idea di un comico genovese presidente del consiglio, “è venuta un anno fa a me e Piero Guerrera quando scrivevamo la sceneggiatura. Non potevamo immaginare il successo elettorale di Grillo ma ci aveva colpito la sua determinazione – commenta ancora Albanese – Ci divertiva pensare a un comico che una volta presidente del consiglio se ne fregasse di tutto e ci è venuto naturale pensare a Villaggio”.