“L’amicizia? Una cosa fondamentale”. Parola di Antonio Albanese, che nel film La lingua del Santo di Carlo Mazzacurati ha (ri)trovato un amico vero, Fabrizio Bentivoglio. Una coppia comica inedita sul grande schermo, quella Albanese-Bentivoglio. Ma di grande effetto. Loro si sono ispirati a Don Chisciotte e Sancho Pancha. Altissimo livello.
Un percorso simile, vengono dalla stessa accademia, la Paolo Grassi. Poi, sono stati divisi da destini e desideri diversi. L’incontro professionale è avvenuto sul set di Un’anima divisa in due, di Silvio Soldini. Albanese esordiva come attore sul grande schermo nella parte di un portiere d’albergo. Bentivoglio era protagonista. “Abbiamo scoperto di stare molto bene insieme, di condividere molte cose”, afferma Albanese, che con Mazzacurati aveva già lavorato in Vesna va veloce. L’estate sono pure andati in vacanza insieme. Aggiunge Bentivoglio, che nel film è soprannominato Alain Delon, tanto è bello: “Raccontare l’amicizia, se uno la vive, è meglio. Ho conosciuto Antonio prima che diventasse un personaggio pubblico. Ho ritrovato la stessa persona che avevo lasciato 7-8 anni fa. È il connubio tra la sua cultura siciliana e l’educazione lombarda, che dà come risultato un’anima stratificata, profonda, tormentata, piena di sfaccettature”.
E del film che ne pensano? Risponde Albanese: “Io ho imparato a nuotare sul lago (di Como, ndr). Mia figlia non può, oggi è vietata la balneazione a causa dell’inquinameno. Il Veneto è completamente ricoperto da eternit, materiale più pericoloso dell’amiato. Cent’anni fa i ricchi ci hanno lascito monumenti meravigliosi. Oggi ci lasciano i cimiteri. Ci deve essere qualche passione! Ci si lamenta dei ragazzi che si schiantano il sabato sera, ma si continua a costruire macchine da 360 all’ora… Bisogna avere un po’ di tranquillità”. Aggiunge Bentivoglio: “La laguna è quasi un luogo dell’anima. Da parte di padre sono veneto, nessuna sorpresa per me. Il mio personaggio, Willy, è fatalista, ma anche incastrato in se stesso, non riesce a risolvere la propria esistenza”.
Le cose negative della nostra società? Albanese: “La stupidità. Che consiste nel cercare soltanto l’immagine e racimolare soldi, cercare di possedere… I proto-cawboy? Esistono eccome, ce ne sono moltissimi”. È d’accordo Bentivoglio: “La stupidità porta approssimazione e arroganza”.
Il lavoro? “Un argomento – afferma Albanese – che sto trattando da tempo. Sono cresciuto a Lecco, i miei sono immigrati. Sono cresciuto con i racconti di mio padre, a cui 40 anni fa negavarono un appartamento perché era meridionale. Io amo il Nord profondamente, per questo ne parlo sempre”.
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