BERLINO – “La presidente della giuria? No, non l’ho incontrata. So da Luca Guadagnino che è impegnatissima qui al festival”. Alba Rohrwacher, la Shooting Star italiana di questa Berlino, intensa protagonista del dramma familiare di Pupi Avati Il papà di Giovanna, ha appena finito di lavorare proprio con Tilda Swinton, “un’attrice straordinaria per la sua fisicità e il suo talento, che avevo amato vedendola nei film di Derek Jarman e anche in Orlando di Sally Potter. Poi ho avuto l’occasione di lavorare con lei in Io sono l’amore“.
La giovane attrice italiana fa parte del gruppo di promesse del cinema europeo che ogni anno vengono “lanciate” dalla Berlinale. Dieci in tutto, tra loro Hafsia Herzi e David Kross. “Sono tutti molto bravi e la giuria che ci ha scelto conosce benissimo il lavoro di ognuno di noi”, dice ancora Alba. Il 6 marzo con 01 Distribution uscirà Due partite di Enzo Monteleone, ispirato al testo teatrale di Cristina Comencini e con un cast tutto al femminile in cui compaiono Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Valeria Milillo e Claudia Pandolfi per raccontare due generazioni di donne, madri e figlie. Altro progetto in postproduzione il secondo film di Giorgio Diritti L’uomo che verrà , che racconta la strage nazista di Marzabotto, attraverso gli occhi di una bambina. Infine in arrivo anche un nuovo lavoro con Silvio Soldini, che l’ha già diretta in Giorni e nuvole nel ruolo della figlia di Margherita Buy. “Ma di questo progetto è ancora presto per parlare”.
Come sono i suoi colleghi stranieri? Che impressione le ha fatto questa esperienza?
Ero curiosa di conoscere questi ragazzi che hanno formazioni simili e età comprese tra i 17 e i 33 anni. All’inizio mi incuorisiva soprattutto Hafsia Herzi, che avevo apprezzato tanto in Cous Cous, dove è bravissima, poi via via tutti gli altri. Ad esempio David Kross, il giovanissimo attore tedesco di The Reader, intelligente e preparato.
Le è venuta voglia di lavorare con qualcuno di loro?
Ce lo siamo detto. C’è chi parla un po’ di italiano e io vorrei perfezionare il mio inglese. Ieri c’è stato un meeting con agenti e produttori. In futuro si vedrà. Per ora la considero un’apertura internazionale importante.
Ha capito come funzionano le cose negli altri paesi?
Ognuno dei dieci paesi rappresentati porta una sua ricchezza, compresa l’Italia. La collega svizzera, Celine Bolomey, pensa ad esempio che in Italia ci sia una grande varietà, che ogni nostro film abbia una forte personalità e ogni regista un’impronta forte. E’ bello vedersi dal di fuori perché noi italiani tendiamo sempre a sminuire quello che abbiamo.
Come è stato lavorare con Tilda Swinton?
Incredibile. Ho avuto la conferma del suo talento e ho scoperto la sua apertura e generosità. In ogni sequenza non è mai scontata, porta sempre qualche innovazione. Non ti spiazza, ma fa diventare reale la scena. Io sono l’amore è un film che racconta una famiglia dell’alta borghesia milanese con tre figli. Io sono una di loro e ho un rapporto di identificazione reciproca, quasi di simbiosi, con mia madre. Col mio modo libero di affrontare la vita anticipo le sue scelte non convenzionali.
A che punto è il film di Diritti?
Al montaggio. Io sono Beniamina, la zia di Martina, che è la bambina protagonista della storia. Il film racconta la vita di una famiglia contadina a partire da un anno prima della strage di Marzobotto. I genitori di Martina sono Maya Sansa e Claudio Casadio. Recitiamo in dialetto bolognese: è stato difficile, ma è una scelta importante. La lingua ha restituito verità alla narrazione.
Si è molto parlato dell’assenza di un film italiano dal concorso berlinese. Lei che ne pensa?
Non so giudicare perché purtroppo non sono riuscita a vedere nessun film, ma mi rendo conto che il programma è vasto e vario. I festival vanno vissuti fino in fondo per capire le esclusioni. Certo, il dispiacere resta.
Nelle interviste con i giornalisti stranieri, quali sono stati i suoi titoli più citati?
Sicuramente Il papà di Giovanna, che molti critici hanno visto a Venezia. Tutti lo considerano un bellissimo film con un grande lavoro sugli attori. Poi Giorni e nuvole che è uscito in Germania e che racconta una situazione di crisi economica ormai purtroppo all’ordine del giorno.
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