Sono 118 le pellicole, selezionate fra le oltre 600 iscritte che hanno fatto segnare un record della rassegna, proposte nella 65/a edizione del Trento Film Festival che si terrà dal 27 aprile al 7 maggio nel capoluogo trentino. Al Concorso internazionale prenderanno parte 22 film, mentre sono previsti 110 eventi tra serate alpinistiche, incontri, mostre e convegni. I temi – è stato spiegato oggi in conferenza stampa a Milano – saranno l’alpinismo, l’arrampicata, l’avventura, gli animali e il rapporto uomo-ambiente.
Tra i tanti ospiti: l’astronauta Umberto Guidoni, Teresa Mannino, Fabio Volo, Romano Prodi, Giuseppe De Rita, Mira Rai e ancora i grandi nomi dell’alpinismo da Reinhold Messner ad Adam Ondra. A MontagnaLibri parteciperanno da Paolo Cognetti a Mauro Corona, da Robert Peroni a Franco Perlotto. Sono previste numerose iniziative per scoprire l’Islanda, Paese ospite della kermesse. In particolare il programma cinematografico ha 118 titoli provenienti da 32 nazioni, divisi in 10 sezioni, tra cui il Concorso internazionale che assegnerà le Genziane d’Oro e d’Argento.
Tra le 22 pellicole in competizione: 15 lungometraggi documentari e 7 corti, di cui 19 in anteprima italiana e 8 diretti da donne. Tra le anteprime fuori concorso: l’esordio alla regia di Reinhold Messner con Still Alive – Dramma sul Monte Kenya. Tra i film in competizione ricorre il tema purtroppo sempre più attuale della montagna come luogo di confine, come nel caso del pluripremiato Gulstan, Land Of Roses della giovane filmmaker turca Zayn Akyol, che dalle alture del Kurdistan guarda al territorio dell’autoproclamato Stato Islamico attraverso gli occhi delle combattenti curde, e Those Who Remain della libanese Eliane Raheb, che registra conflitti, tensioni ed esodi dal punto di vista degli abitanti del monte Al Shambouk in Libano, non lontano dalla martoriata città di Homs. Lungo altri confini caldi, questa volta in Asia, si muovono i due film degli autori coreani in concorso: Becoming Who I Was di Chang-yong Moon e Jin Jeon segue il piccolo Angdu, ritenuto la reincarnazione di un venerato maestro buddhista, nel tentativo impossibile di superare il confine tra India e Tibet per tornare al suo villaggio natale, mentre ‘489 Years’ di Hayoun Kwon fa ricorso all’animazione digitale per rappresentare un territorio inaccessibile come la DMZ, la fascia “demilitarizzata” tra le due Coree. Due gli autori italiani in concorso: Alessandro Pugno con Jardines de Plomo girato sulle Ande peruviane, e Vito Palmieri con See you in Texas, titolo inglese per un film interamente realizzato in Trentino.
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