Adriano Moretti: “Con i miei personaggi sui social, racconto la realtà che vedo”

Il performer romano, classe 1999, sta spopolando con i suoi video su Instagram e TikTok, mentre sogna uno spettacolo dal vivo e un giorno anche un film a episodi


Adriano Moretti più che un attore si definisce un performer. Romano, classe 1999, diplomato al Centro sperimentale di cinematografia, è approdato in tv e al cinema con piccoli ruoli, dalla serie CirceoRomantiche di Pilar Fogliati. Tra gli stand-up comedian del recente programma di Rai1 Non Stop… Now (ancora disponibile su RaiPlay), lo vedremo anche nella commedia di prossima uscita di Neri Parenti con Enrico Brignano Volevo un figlio maschio. Armando il bodyguard, Tato il pariolino, Pierluigi il regista indipendente, Gregorio il sommelier, sono solo alcuni dei personaggi comici e grotteschi che il 23enne ha creato sui social, protagonisti di video tra Instagram e TikTok con oltre 6 milioni di like. Ma il suo sogno è quello di realizzare un progetto creativo più ampio, teatrale e cinematografico. 

Adriano, quando hai capito di voler fare l’attore? 

Ho sempre avuto una predisposizione all’intrattenimento. Sin da piccolo, ho cercato di far divertire famiglia e amici. Alla fine del liceo, ho deciso di smettere di giocare a basket, e da grande appassionato di cinema quale sono, grazie anche alla passione che mi hanno trasmesso i miei genitori, ho capito di voler fare non solo fare l’attore, ma il performer. Sono una persona che vuole fare tante cose. Scrivo monologhi, sceneggiature, anche canzoni, lasciandomi andare a quello che sento o vedo in quel momento. Mi piace soprattutto scrivere storie comiche, ma sempre con una visione un po’ drammatica. Voglio andare oltre la risata più immediata.

È dall’osservazione della realtà che sono nati i tuoi personaggi sui social?

Sono persone che ho conosciuto nella vita e hanno suscitato qualcosa in me. Armando è ispirato a un buttafuori che non mi ha fatto entrare in un locale solo perché avevo delle scarpe da ginnastica. Mi ha fatto un discorso di vita di mezz’ora. Era lui più dispiaciuto di me. In un’enoteca di Milano ho incontrato, invece, questo sommelier che parlava di vini simpatici e giocosi, come fossero degli esseri umani. Tutto è frutto di un’osservazione della realtà, che esaspero e caratterizzo. Credo che raccontare qualcosa di vero renda tutto più credibile e crei un gancio sincero con le persone che ti seguono.

I social danno una grande visibilità. Ma sono il mezzo giusto per costruire una carriera?

Per me sono un pretesto per sperimentare delle cose a livello di recitazione e comicità. Mi fanno testare le mie capacità. Nei video è difficile, però, creare una vera narrazione, tutto è più immediato, diretto e anche più superficiale. Su TikTok l’algoritmo può aiutarti ad avere tantissimi utenti, visualizzazioni e like. La cosa difficile è mantenere un grado di attenzione alta nello spettatore. Mi sono reso conto con il tempo che un trend può durare al massimo tre mesi, poi bisogna creare qualcosa di nuovo, altrimenti il pubblico non ti segue più. È una continua ricerca di stimoli diversi a seconda del target di riferimento. Il bodyguard si rivolge a ragazzi più giovani, il sommelier a un pubblico più adulto. I social ci mettono un giorno a dimenticarti. Io vorrei creare qualcosa di più concreto.

Ossia?

Sto lavorando e raccogliendo altro materiale per riuscire a portare in scena il prossimo anno uno spettacolo mettendo insieme i miei personaggi, grazie all’aiuto anche di bravi compagni e amici che ho incontrato in accademia. Vorrei realizzare uno show dal vivo, e un giorno anche un film. Questo è il mio sogno. 

Romantiche di Fogliati, con cui hai lavorato, è basato proprio su una serie di personaggi.

Con Pilar siamo amici. Il suo film a episodi mi ha dato molto coraggio, mi sono rivisto nella creazione di dinamiche e lei è stata bravissima a caratterizzare i suoi personaggi. 

Quali sono i tuoi modelli di ispirazione?

Sono cresciuto guardando i film di Carlo Verdone, che ha saputo creare nella sua carriera dei personaggi incredibili. Per me sono stati una fonte inesauribile di ispirazione a livello di recitazione anche Jim Carrey, che ha saputo giocare con maschere sempre diverse, e Massimo Troisi. Ho sempre osservato il cinema dal punto di vista della narrazione. I miei registi di riferimento sono Tarantino, Scorsese e Hitchcock.

 

(Photo Credit: Paolo Stucchi)

Giulia Bianconi
22 Luglio 2023

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