Addio a Letizia Battaglia, la fotografa della lotta alla mafia

Si è spenta a 87 anni, dopo una lunga malattia, la fotoreporter palermitana Letizia Battaglia, celebre per aver raccontato con il suo obiettivo la guerra di mafia degli anni ’70 e ’80. Personaggio iconico e testimone insostituibile di quel periodo, la fotografa è stata spesso fonte di ispirazione per il cinema e la televisione: tra qualche settimana, ad esempio, dovrebbe uscire sulla Rai una fiction a lei dedicata, diretta da Roberto Andò e con Isabella Ragonese come protagonista.

Letizia Battaglia è comparsa in diversi documentari, a partire da In un altro paese di Marco Turco per arrivare a La mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco presentato nel 2019 alla 76ma Mostra del Cinema di Venezia. A lei è ispirato il personaggio di Mirella Utano, interpretato da Maya Sansa nel film La Meglio Gioventù di Marco Tullio Giordana. È comparsa in un cameo nel film del 2008 di Wim Wenders, Palermo Shooting.

Dopo avere regalato alcuni degli scatti più toccanti e memorabili degli anni di piombo palermitani, tra tutti si ricorda la fotografia che ritrae l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che tiene tra le braccia il corpo esanime del fratello Piersanti, decise di smettere di raccontare la mafia nel 1992, in seguito alla strage di Capaci, in cui morì il magistrato Giovanni Falcone. È stata impegnata attivamente in politica per tutta la vita, ricoprendo il ruolo di assessora per la giunta Orlando. Ha fondato il Centro di Documentazione “Giuseppe Impastato” e ha inaugurato e diretto il Centro Internazionale di Fotografia dei Cantieri Culturali della Zisa.

La carriera artistica di Letizia Battaglia è stata lunga e piena di riconoscimenti: nel 1985 è stata la prima donna europea a ricevere il premio americano Eugene Smith, intitolato al celebre fotografo della rivista Life. Le sono state dedicante numerose mostre in giro per il mondo, l’ultima a Roma, intitolata Vintage Prints, era terminata sabato scorso.