Se ne va a pochi giorni dal suo 97/o compleanno (era nata a Roma l’11 marzo del 1923) Giovanna Cau, l’avvocato del cinema italiano. Cresciuta nella buona borghesia del centro storico, staffetta partigiana sul finire dell’occupazione di Roma, diplomata al Liceo Tasso nel 1941, si laurea in giurisprudenza e apre il suo primo, piccolissimo studio nel 1947 con il collega Sergio Barenghi.
Ma Giovanna è già una figura di spicco anche tra politica e impegno sociale: partecipa al movimento femminile per il voto alle donne del 1946, si avvicina al Partito Comunista, frequenta gli intellettuali che disegnano la rinascita italiana del dopoguerra. Dopo alcuni anni di gavetta entra nel quotato studio legale Cortina-Alatri, il primo ad occuparsi di materie cinematografiche. Giovanna è a sua volta una delle prime cinque donne ad esercitare la professione forense nella Capitale, ma la frequentazione con Moravia, Calvino, Visconti, Natalia Ginzburg l’attira inesorabilmente verso i problemi del diritto d’autore, delle normative sul cinema e l’editoria, fino a farla diventare specialista incontrastata della materia. E’ stata inoltre avvocato di Marcello Mastroianni, Federico Fellini, Sophia Loren, Luchino Visconti e Ettore Scola.
Compagna per oltre 30 anni dello psichiatra Emilio Benincasa Stagni, Giovanna Cau è stata premiata sia dal David di Donatello che dal Sindacato dei giornalisti cinematografici. I funerali si terranno lunedì 9 marzo in forma strettamente privata.
Il documentario Giovana Cau diversamente giovane di Marco Spagnoli, prodotto in collaborazione con Luce Cinecittà, ha raccontato la vita dell’avvocato sullo sfondo di sessanta anni di storia italiana dalla sua viva voce e da quella delle persone, i suoi clienti e i suoi amici, che l’hanno conosciuta. Donna combattiva, coriacea, tenace, ironica e dotata di un grande senso dell’umorismo dell’ironia, l’avvocato Cau aveva accettato di parlare per la prima volta davanti alla macchina da presa per raccontare se stessa, il suo lavoro, i suoi ricordi.
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