Addio a Gianni Cavina, attore di sempre per Avati

Nato a Bologna nel ’40, s’è spento nella notte nella sua città natale Gianni Cavina, “attore dai mille volti” come l’ha definito il produttore Antonio Avanti – fratello di Pupi, che l’ha diretto in 17 film -, che ne ha dato l’annuncio ufficiale della scomparsa: “Purtroppo – ha detto il produttore a ‘Il resto del Carlino’ – la moglie di Gianni all’alba di oggi ci ha dato questa tristissima notizia. Gianni era già malato ma aveva affrontato con grande forza anche le riprese di Dante, dove interpreta il notaio Pietro Giardino”.

Interprete, appunto, anche dell’ultimo Dante di Avanti – ancora inedito -, a conferma di un sodalizio, quello tra i due, che consegnò a Gianni Cavina anche il Nastro d’argento nel ’97 per Festival, come Miglior Attore Non Protagonista.

Formatosi sotto la direzione di Franco Parenti, la sua prima apparizione sul grande schermo è stata in Flashback (1968) di Raffaele Andreassi: con Pupi Avati ha debuttato poi nel ’68, il film era Balsamus, l’uomo di Satana, e da lì una carriera di altri 16 titoli insieme, oltre a quelli per la televisione. Il nome di altri autori s’è incontrato con quello di Gianni Cavina, attore per Luigi Comencini ne L’ingorgo – Una storia impossibile (1979); per Renzo Martinelli in Porzus (1997); per Marco Bellocchio ne Il regista di matrimoni (2006). 

Il piccolo schermo, non da meno, ha goduto del talento versatile di Cavina, sin dallo storico Il mulino del Po (1971), regia di Sandro Bolchi, questo il primo titolo, per arrivare fino all’ultima serie, diretta da Riccardo Milani, Una grande famiglia (2012-2015), per cui è stato Ernesto Regoni, accanto a Stefania Sandrelli, insieme nel ruolo della coppia capostipite della dinastia protagonista.