E’ un giorno di lutto per il mondo del cinema e della televisione: è morto Corrado Farina, regista e sceneggiatore, pubblicitario, critico cinematografico, nonché autore di romanzi e racconti. Un intellettuale dell’audio-visivo a tutto tondo, di cui era da poco uscita l’autobiografia ‘Attraverso lo schermo’ (Il Foglio). Aveva 77 anni.
Si ricordano i suoi lungometraggi Hanno cambiato faccia (1971), horror cult con Adolfo Celi, Pardo d’oro al Festival di Locarno, e Baba Yaga (1973), tratto da una storia a fumetti di Guido Crepax. Tra i fondatori del “Centrofilm” di Gianni Rondolino, venne assunto negli anni 60 allo Studio Testa, grande agenzia di pubblicità, dove in cinque anni diresse tantissimi “Caroselli” rimasti nella memoria di migliaia di spettatori.
Tra i più popolari sicuramente È in arrivo il treno Saiwa, La pancia non c’è più (con Mimmo Craig) e Nicola lo scommettitore (con Nicola Arigliano). In seguito si dedicò quasi esclusivamente ai servizi televisivi e ai documentari, sia per il circuito cinematografico che per aziende pubbliche e private (Fiat, Alfaromeo, Italsider, Henkel, Telecom, Enel, Enea) ed enti istituzionali (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Istituto Luce, Rai Educational). Celebri i suoi servizi del TG2 per le rubriche Gulliver, Spazio Sette e Scoop, con interviste a Milva, Crepax, Achille Compagnoni, Hannah Schygulla e Fassbinder, ed esperimenti come Il gioco del giallo e Il “caso” Pinocchio.
Poi la scrittura: in totale, ha pubblicato ben dieci romanzi. Iniziando negli anni dell’Università con Una famiglia così, un breve atto unico scritto per il Centro Universitario Teatrale di Torino e messo in scena nel dicembre 1962 dal Teatro delle Dieci al Ridotto del Romano; e proseguendo negli anni con una serie di articoli e collaborazioni a numerose riviste (Sipra Due, Off Side, Men, Playmen, Sergente Kirk, Rivista Italsider, Comic Art, Charta, LG Argomenti). Argomenti ricorrenti: il cinema, innanzitutto, ma poi i fumetti, la pubblicità, la grafica, il collezionismo, i libri illustrati, la letteratura (sia “alta” che popolare) e la comunicazione in genere. Fra i romanzi “fuori serie” ci sono un noir psicologico a cavallo fra il tema del plagio e quello del feticismo (‘Il calzolaio’) e la storia grottesca delle reazioni politiche e mediatiche suscitate dalla pubblicazione a puntate di un romanzo “politicamente scorretto” in cui gli omosessuali hanno preso il potere (‘L’invasione degli ultragay’). Per la rivista ‘Nocturno’ curava la rubrica ‘Sfarinature’.
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