VENEZIA – Un passaggio che accomuna molti matrimoni: ci si ama, ci si sposa, si fa un figlio, ci si separa. È la storia di una famiglia e di un amore raccontato attraverso la struttura narrativa del divorzio, il bel Marriage Story di Noah Baumbach, in Concorso alla Mostra e su Netflix dal 6 dicembre. Protagonisti Adam Driver e Scarlett Johansson, Charlie e Nicole, regista e attrice, marito e moglie con un figlio di otto anni. Lei prova un grande affetto per il marito ma si inizia a sentire plasmata e soffocata da lui e decide perciò di allontanarsi e andare a vivere con il figlio in un’altra città. All’inizio tra loro sembra esserci un rispetto profondo, ma man mano che il film va avanti e gli avvocati vengono coinvolti, il loro passato viene come trasformato, tutto ciò che è successo assume un significato diverso, diventa oggetto di argomentazioni legali e ogni verità sembra essere distorta e manipolata. L’amore può trasformarsi in un vortice doloroso fatto di aule di tribunali, insulti reciprocamente scambiati attraverso gli avvocati, mediatori familiari. Ma nonostante tutto l’affetto può rimanere e il racconto riesce a mantenere uno sguardo compassionevole sul dolore dei due personaggi e sulle loro vite.
“Ad attirarmi di questo personaggio – ririvela Scarlett Johansson – è proprio l’elemento di amore che in piena crisi familiare e quando la scelta di voler divorziare è definitiva, sembra riemergere. Trovo che sia molto bello continuare a provare sentimenti, sguardi amorevoli e umanità proprio quando invece tutto va a pezzi: secondo me è un aspetto di verità che è la bellezza di Marriage Story: ci vuole coraggio a rendersi conto che una storia è finita, ricostruire se stessi e far si che questo nutra una felicità reciproca, aiutando in questo modo i figli. Così i piccoli gesti di affetto continuando ad alimentare il senso dell’unità della famiglia che resta nonostante tutto”.
“Il sistema giuridico che regolamenta il divorzio è inevitabilmente concepito per dividere”, sottolinea il regista che ha un’esperienza di divorzio alle spalle e che rivela di aver scelto gli interpreti ancora prima di iniziare a scrivere la sceneggiatura. “Divide le persone, la famiglia, la proprietà e il tempo. Isola ogni singolo individuo all’interno della propria storia e offusca il punto di vista dell’altra persona. Io volevo offrire una nuova prospettiva, fare una proposta più generosa. Volevo trovare la storia d’amore all’interno del crollo. La speranza nelle aule di tribunale, in mezzo ai documenti e alle regole”.
“A volte un film è un segno del destino – continua l’attrice – volevo lavorare con Baumbach e ci siamo incontrati, non sapevo il tema del progetto e quando me lo ha proposto è stato davvero un po’ uno shock, mi stavo separando e lui non lo sapeva. Ho accettato il ruolo e ho messo tutta me stessa ben più che nei film precedenti. Il personaggio che interpreto cerca semplicemente di essere riconosciuta come persona, non più definita dal suo matrimonio”.
E' da segnalare una protesta del Codacons con annessa polemica circa la premiazione di Luca Marinelli con la Coppa Volpi a Venezia 76. L'attore aveva rilasciato una dichiarazione a favore di "quelli che stanno in mare e che salvano persone che fuggono da situazioni inimmaginabili". "In modo del tutto imprevedibile - si legge nel comunicato del Codacons - il premio come miglior attore non è andato alla splendida interpretazione di Joaquin Phoenix"
Venezia 76 si è distinta anche per una ricca attività sul web sui social network. Sulla pagina Facebook ufficiale sono stati pubblicati 175 post che hanno ottenuto complessivamente 4.528.849 visualizzazioni (2018: 1.407.902). Le interazioni totali sono state 208.929 (2018: 64.536). I fan totali della pagina, al 6 settembre 2019, sono 360.950, +4.738 dal 24 agosto 2019
Nel rituale incontro di fine Mostra Alberto Barbera fa un bilancio positivo per il cinema italiano: “In concorso c’erano tre film coraggiosi che osavano – ha detto il direttore - radicali nelle loro scelte, non scontati, non avrei scommesso sul fatto che la giuria fosse in grado di valutarne le qualità"
Luca Marinelli e Franco Maresco, rispettivamente Coppa Volpi e Premio Speciale della Giuria, ma anche Luca Barbareschi per la coproduzione del film di Roman Polanski J'accuse. Ecco gli italiani sul podio e le loro dichiarazioni