Abbas Kiarostami: Adamo ed Eva in Toscana


CANNES – L’appello per la liberazione di Jafar Panahi e la notizia inattesa che il cineasta iraniano ha iniziato proprio oggi lo sciopero della fame in carcere, hanno scosso profondamente la conferenza stampa di Copia conforme, il nuovo film di Abbas Kiarostami in concorso a Cannes. Anche Juliette Binoche si è commossa fino alle lacrime ascoltando le parole di Kiarostami: “Quando si mette un artista in prigione, è l’arte intera che viene imprigionata. E il governo iraniano dovrebbe quantomeno spiegare come si può considerare un crimine un film che non è ancora stato fatto”.

 

Coproduzione tra Francia e Italia (la BiBi Film di Angelo Barbagallo – che “recita” anche in un piccolo cameo – e la Toscana Film Commission), Copia conforme dal 19 marzo è nelle sale con Bim. Il film nasce sulle strade della nostra regione più amata e fantasticata dagli stranieri, con i suoi monumenti, le colline dolci e i ristorantini appartati e romantici, e da una suggestione non letteraria ma di vita vissuta. Un semplice aneddoto che si è progressivamente trasformato in sceneggiatura, una storia universale che ha emozionato anche Martin Scorsese, come racconta il cineasta iraniano, Palma d’oro per Il sapore della ciliegia. “Ho spedito lo script a Scorsese perché volevo che chiedesse a Robert De Niro di accettare il ruolo dello scrittore inglese che poi ho affidato al baritono inglese William Shimell, e lui mi ha detto di aver letto la sceneggiatura tutta d’un fiato ritrovando ricordi di tutte le donne amate”. Mentre per Juliette Binoche, deliziosa nel personaggio di una gallerista madre single di un figlio adolescente e visibilmente ferita da un abbandono subìto, è stato inevitabile cercare ispirazione in Anna Magnani, “la mia attrice preferita, un’attrice sul cui volto non c’è spazio per la menzogna”.

 

Qual è dunque questo aneddoto, Kiarostami?

C’era una signora francese che parlava al figlio adolescente della statua del David di Michelangelo, in Piazza della Signoria, senza rivelargli però che si tratta di un falso. Ma l’arte è un pretesto: non volevo fare un riflessione su copia e originale, ma far incontrare quest’uomo e questa donna, uno scrittore e un’appassionata d’arte.  Non so se c’è una morale nel film e non sta a me spiegare il messaggio che trasmette, ma se c’è una cosa che volevo dire è che il valore del vostro oggetto d’amore dipende dallo sguardo che posate su di esso e se avete il giusto sguardo l’oggetto è molto più bello.

 

“Copia conforme” è la storia dell’incontro tra due sconosciuti che sarebbe bello vedere a teatro. Ma si tratta davvero di due sconosciuti?

Le frasi prendono la direzione di un’inquietante stravaganza. Quest’uomo e questa donna, che sembrano essersi appena conosciuti, giovano a essere una coppia. Giocano così bene che sembrano stare insieme da una quindicina d’anni. Sono stati già qui, hanno già interpretato questa scena.

 

La Toscana, fotografata da Luca Bigazzi, era lo scenario inevitabile di questo incontro o avrebbe potuto avvenire anche altrove?

Questo film poteva esistere soltanto in Italia, la Toscana è un vero personaggio, il cuore della scrittura. Io mi ispiro sempre a esperienze reali e la storia reale in questo caso si era svolta a Firenze. Come dice lo scrittore protagonista del film, l’idea del libro mi è venuta a Firenze. Copia conforme gioca sui cliché, sulla conformità dei luoghi.

 

E Lucignano, questo paesino famoso perché porta fortuna ai giovani sposi che vanno a farsi fotografare accanto a un albero d’oro?

Queste giovani coppie che si sposano sono la copia conforme dei loro genitori, le generazioni continuano a incrociarsi e susseguirsi.

 

E’ vero che è stata Juliette Binoche a chiederle di lavorare con lei?

Aveva espresso il desiderio di fare un film con me quando vinse l’Oscar per Il paziente inglese, in quella occasione disse che preferiva me a un regista di Hollywood. Io non avevo mai girato con interpreti professionisti, ma in questo caso non ha ‘lavorato’ per me. Qui incarna una donna in piedi, sudata, con degli orecchini che lasciano i segni e il rossetto sbavato.

 

Lei in effetti ha condensato l’amore di una vita in una sola giornata.

Ma senza gli abissi dei continui cicli temporali, perché non siamo a Marienbad. Del resto di matrimonio e crisi coniugale avevo già parlato molti anni prima, nel ’77, con Il rapporto. Ma l’amore è l’unico campo in cui l’esperienza non serve a niente.

 

Cosa risponde a chi le obietta che in questo film manca la dimensione politica?

Che la politica non può essere assente dalla relazione uomo-donna. Nel reale il sociale è dappertutto, la politica è dappertutto.

autore
18 Maggio 2010

Interviste

Ti West
Interviste

Ti West: “in ‘MaXXXine’, gli anni ’80 che nessuno vuole mostrare”

Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid

play
Interviste

Trincia: “ognuno di noi ha sentito vicinanza con questo caso”

Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.

play
Interviste

Luchetti: “ho voluto raccontare Carla anche come donna politica”

Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.

Interviste

Marco Valerio Gallo: come ti disegno ‘Freaks Out’

Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti


Ultimi aggiornamenti