La Festa del Cinema di Roma numero 17 mette la lupa in primo piano – fin dal logo rinnovato – e dice, con il direttore artistico Malanga e il presidente di Fondazione Farinelli: “Siamo la Festa di una città unica come Roma, una delle poche città di cinema del mondo”. E la Capitale è davvero al centro della Festa, con i 28 schermi (in 15 sale) che ospitano le proiezioni della manifestazione, con tantissimi film selezionati che sono ambientati tra le strade della Città Eterna e con un ruolo da protagonista per il brand Cinecittà. Oltre ad aver ospitato nei suoi studi molti set, infatti, in occasione della Festa del Cinema il marchio Cinecittà è oggetto di una importante campagna pubblicitaria – “Empower Creative Minds” e “Stage Your Challenge” – che si declina anche sui mezzi e sulle pensiline del trasporto pubblico, andando a toccare tutti gli angoli della città.
A rischio di risultare un pizzico “romanocentrico”, il cinema che vedremo alla Festa avrà spessissimo un sapore capitolino. Si parte dai Bassifondi del film scritto dai fratelli D’Innocenzo e diretto da Trash Secco con Gabriele Silli e Romano Talevi, in cui i due senzatetto Romeo e Callisto ci portano sugli argini del Tevere, in centro, mentre creano situazioni di costante conflitto. La Roma che fa da sfondo alla storia è “oscura dai colori acidi, di un giallo acre quasi tendente al verde muffa, come in decomposizione cromatica, amara da digerire per i personaggi e per gli occhi dello spettatore”, come scrive Trash Secco nelle note di regia.
Si percorre la Capitale anche con Life is (Not) a Game di Antonio Valerio Spera, documentario che racconta due anni di storia recente attraverso gli occhi di Laika, street artist romana di cui non si conosce l’identità. Seguendo le sue opere arriviamo all’Esquilino, dove Laika ha raffigurato la famosa ristoratrice cinese Sonia, e all’Ambasciata Egiziana, dove Giulio Regeni abbraccia Patrick Zaki e lo rassicura del fatto che “stavolta andrà tutto bene”. La città, nel film, è mostrata quasi sempre di notte, momento della giornata privilegiato da Laika per attaccare le sue opere sui muri. Il suo racconto, poi, si sposta in Bosnia, dove l’artista si è recata per denunciare le condizioni di vita dei migranti lungo la rotta balcanica.
Con la seconda stagione di Romulus, firmata da Matteo Rovere, viaggiamo nel tempo verso una Roma che ancora non c’è, ovvero nel momento della sua fondazione, mentre Il principe di Roma di Edoardo Falcone torna indietro “solo” fino al 1829, quando Bartolomeo (Marco Giallini) va a caccia di un titolo nobiliare. Nel doc dei Monkeys Video Lab Roma isola aperta si compie un percorso attraverso gli studi degli artisti romani e con Astolfo il protagonista (Gianni Di Gregorio) da Roma, suo malgrado, deve andarsene causa sfratto. Sophie Chiarello con Il cerchio, unico italiano in concorso ad Alice nella città, ha osservato per cinque anni i bambini della scuola elementare Manin, all’Esquilino, e anche War – La guerra desiderata di Gianni Zanasi, la war comedy che impone ai protagonisti di confrontarsi con una guerra nel cuore dell’Europa, è ambientato nella Capitale, così come la serie Sono Lillo, diretta da Eros Puglielli, e Piove, il racconto distopico firmato da Paolo Strippoli, che immagina che a Roma, con la pioggia, dai tombini escano una fanghiglia grigiastra e dei vapori misteriosi. In Notte fantasma di Fulvio Risuleo ci si muove di notte tra Verano, Pigneto, stazione Termini, un’osteria a San Lorenzo e l’isola Tiberina e il film d’apertura Il colibrì di Francesca Archibugi è in parte ambientato nella Città Eterna.
Anche gli studi di Cinecittà sono stati scenario dei racconti di diversi titoli selezionati alla Festa: Michele Placido ci ha girato il suo L’ombra di Caravaggio e Stefano Cipani il film Educazione fisica: la storia di una palestra scolastica che si trasforma in un’aula di tribunale improvvisata è stata interamente girata nel Teatro 8 degli Studios. Infine, persino ne I magnifici 4 della risata di Mario Canale, che ripercorre le gesta comiche di Benigni, Nuti, Troisi e Verdone, gli studios di via Tuscolana hanno ruolo importante: Emanuela Fanelli passeggia infatti tra i loro viali mentre conduce lo spettatore attraverso il racconto.
(Foto di Angelo Turetta – Bassifondi)
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