Sabato 12 agosto a Molisecinema sarà presentato in prima assoluta il documentario di Elisabetta Pandimiglio sul giornalista Toni de Marchi, La cena di Toni. De Marchi sarà presente, assieme alla regista, per raccontare la sua esperienza. Toni ha solo 53 anni e un passato di soddisfazioni, rapporti umani, conoscenza, scelte fatte con determinazione e libertà. Tutto cambia per Toni quando una visita inopportuna – la scoperta di essere affetto da sclerosi multipla – si affaccia alla sua porta. Difficile rallentare in corsa un viaggio che sembrava procedere senza ostacoli e, ancora più difficile, non lasciarsi vincere dal disagio accumulato in settimane, mesi, anni, ormai tanti, dalla scoperta della malattia. La cena di Toni racconta i tre anni in attesa del rimedio, un farmaco “immorale” che potrebbe finalmente dare una svolta. Tra speranze, attesa, indecifrabile burocrazia, preparando la cena per festeggiare con gli amici. La storia, però, non è solo quella della sua malattia ma anche quella di una battaglia medica e politica dalle sfaccettate valenza sociali che va oltre la vicenda personale.
“Sono nato a Venezia dove sono vissuto i primi trent’anni della mia vita – racconta de Marchi – Vinco un concorso da capo stazione alle Fs nel 1972, ma volevo fare altro. Ero indeciso tra il giudice, il poliziotto e il giornalista. Uno dei primi articoli che scrissi per l’Unità riguardava una speculazione immobiliare in un paesino del Cadore dove per vent’anni ero andato in “villeggiatura” con la famiglia. Fui querelato (a mia insaputa). Alla fine degli anni Settanta cominciai a scrivere per Paese Sera, quotidiano romano, fatto da comunisti “laici”. Erano gli anni del terrorismo, nel Veneto particolarmente attivo. Seguii il rapimento del generale americano Dozier e la storia delle torture a suoi sequestratori da parte delle “teste di cuoio” della Polizia. Il pm di quel processo, Vittorio Borraccetti, alcuni mesi dopo mi processò per un articolo su un giornale di Chioggia di cui ero direttore responsabile per causa di militanza politica. Venni condannato a poi assolto. Negli anni successivi feci diverse collaborazioni con la Rai, con la BBC, cominciai a scrivere per la rivista Audio Review per la quale recensivo impianti audio cosiddetti “high end”. A metà degli anni 1990 cominciai a interessarmi del web appena nato e nel 1994 feci uno dei primissimi siti web italiani assieme a Camillo De Marco. Nel frattempo, alla fine del 2004, mi venne diagnostica la sclerosi multipla”.
“Il documentario – dichiara la regista – racconta tre anni di Toni, attraverso la ripresa del suo quotidiano: il lavoro di giornalista, le visite di familiari e amici, le feste, la convivialità, le terapie, la solitudine, i rari momenti di sconforto, ma anche la sua allegra ironia, gli scatti di ira, gli amati gatti coinquilini, l’insostituibile collaboratore Edison. E l’iter completo della vicenda “farmaco”, che va a impantanarsi per anni, nei meandri di una burocrazia insondabile. Toni non è affatto una persona semplice. Con lui ho ormai un rapporto di amicizia profonda: ci sentiamo praticamente tutti i giorni e ci vediamo spesso. L’idea di fare un lavoro sulla sua persona è nata da subito strettamente intrecciata con la nascita della nostra amicizia, la fiducia reciproca, le confidenze che ci scambiamo, i consigli, le idee, le molte discussioni”.
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