Si terrà a Milano, dal 18 al 25 marzo, la 28esima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina (FCAAAL), con 60 film selezionati, di cui 25 in prima nazionale, 2 prime europee e 3 prime mondiali. Durante i 7 giorni di programmazione, le opere, in lingua originale con sottotitoli, saranno introdotte dal regista o da un esperto cinematografico.
Il Festival quest’anno rende omaggio a Idrissa Ouédraogo, uno dei più grandi cineasti africani scomparso lo scorso 18 febbraio, con la proiezione in 35 mm di uno dei suoi capolavori, Samba Traoré, vincitore dell’Orso d’argento al Festival di Berlino del 1993. Ad aprire l’edizione sarà l’anteprima italiana di Une saison en France del regista ciadiano Mahamat Saleh Haroun, ospite del Festival a partire dal suo primo cortometraggio Maral Tanie del ‘94, vincitore del Premio per il Miglior Film a Venezia nel ’99 con Bye-Bye Africa, del Premio Speciale della Giuria a Venezia nel 2006 con Daratt, La stagione del perdono e del Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 2010 con Un homme qui crie. Il suo nuovo film, interpretato dalle attrici Eriq Ebouaney e Sandrine Bonnaire, racconta la questione dei richiedenti asilo in Francia.
Tra i film del Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo, l’anteprima nazionale, in collaborazione con Middle East Now di Firenze, del documentario del siriano Talal Derki, Of Fathers and Sons (Grand Jury Prize al Sundance 2018), in cui il regista torna nel suo paese per documentare la quotidianità di una famiglia di combattenti di Al Qaeda. Il film rivelazione della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2017, I Am not a Witch della regista zambiana Rungano Nyoni sul dramma dei bambini considerati stregoni; il nuovo film del regista culto del cinema bengalese, Mostapha Farooki, fondatore del movimento cinematografico Chabal, No Bed of Roses, interpretato dalla star indiana Irfan Khan; dalla competizione del festival di Rotterdam 2018 l’opera prima dell’egiziano Fawzi Saleh, Poisonous Roses, girato nelle antiche concerie del Cairo; Severina di Felipe Hirsch sull’amore tormentato e misterioso tra un libraio e una ladra di libri, in una vecchia libreria di Montevideo; Azougue Nazareth del brasiliano Tiago Melo (Bright Future Award al Rotterdam Film Festival 2018) sul conflitto tra i poeti sambador del carnevale e un pastore evangelista che vieta questa tradizione “demoniaca”. Dall’Indonesia Kamila Andini con il suo secondo lungometraggio, The Seen and Unseen, sul legame tra due gemelli e la capacità di affrontare il dolore della separazione nella società balinese.
A seguire, il Concorso Cortometraggi Africani, che ospita i migliori film brevi (fiction e documentari) realizzati da registi provenienti da tutta l’Africa e dalla diaspora. Dal Ruanda Imfura di Samuel Ishimwe (cortometraggio vincitore dell’Orso d’Argento alla Berlinale 2018) sul ritorno al villaggio natio di un giovane nel Ruanda post-genocidio; il pluripremiato Aya della regista tunisina Fedhila Moufida, sull’integralismo islamico dal punto di vista di una bambina (Tanit d’Oro alle Giornate del Cinema di Cartagine 2017); dalla Mauritania, The Tree di Cheikh Mohammed Horma, sul complicato rapporto tra uomo e natura; Il corto sperimentale Hairat della regista etiope-messicana Jessica Beshir sul rituale notturno di un uomo che gioca con un branco di iene; dal Cairo, Into Reverse di Noha Adel, su una donna al volante e la sua lotta per l’emancipazione.
A seguire, il Concorso Extr’A, dedicato alle opere di registi italiani girate nei tre continenti o che hanno come soggetto le tematiche dell’immigrazione, come i due documentari in prima mondiale, Vita di Marzouk di Ernesto Pagano, sulla crisi di una coppia mista e il ritorno di Marzouk con i figli nel suo villaggio natale in Tunisia, e Underground Harvest di Silvia Vignato, Parsifal Reparato e Christian Giuffrida, girato nel Nord di Sumatra, sul lavoro femminile nei campi di riso e la ricerca d’oro; il cortometraggio Granma di Daniele Gaglianone e del nigeriano Alfie Nze su un soggetto originale di Gianni Amelio, che racconta la storia di Jonathan, un giovane musicista hip hop di Lagos che torna al suo villaggio per comunicare la morte del cugino nella traversata verso l’Europa; Babylonia Mon Amour di Pierpaolo Verdecchi sulla rabbia di un gruppo di senegalesi senza dimora a Barcellona di fronte all’indifferenza delle autorità; Neviaro di Francesca Cogni sull’incontro possibile tra i ragazzi di un paese delle montagne del cuneese e i giovani richiedenti asilo; Talien di Elia Mouatamid che accompagna il padre, dopo quasi quarant’anni in Italia, in un on the road verso il Marocco.
La selezione parallela Flash raccoglie i film evento del Festival, come On the Beach at Night Alone del coreano Hong Sang-soo, con cui la protagonista Kim Min-hee ha vinto l’Orso d’Oro alla Berlinale 2017. Il cileno The Wandering Soap Opera di Raúl Ruiz, per la prima volta in Italia, un film inconcluso che la moglie Valeria Sarmiento ha portato a termine e presentato a Locarno 2017: una riflessione allegorica sulla realtà cilena, vista come un collage di soap opera in cui i problemi politici ed economici sono immersi in una gelatina di fiction e divisi in episodi seriali. E Legend of the Demon Cat, il nuovo kolossal firmato da Chen Kaige, di grande successo in Cina, un detective story, mistery, fantasy in animazione 3D.
La sezione delle commedie E tutti ridono… propone Sheikh Jackson dell’egiziano Amr Salama, una commedia che racconta come l’improvvisa morte di Michael Jackson riesca a mandare in tilt l’esistenza di un giovane imam egiziano, accanito fan del cantante americano. Tra le proiezioni Speciali Fuori concorso, ci sarà Ibi di Andrea Segre, un film di auto-narrazione che nasce dalle immagini che Ibitocho Sehounbiatou ha collezionato per 10 anni, nel raccontare la sua migrazione in Europa e la lontananza dai figli rimasti in Africa. Liyana, di Aaron Kopp e Amanda Kopp, in cui un gruppo di talentuosi orfani dello Swaziland, guidati dalla celebre cantastorie Gcina Mhlope, affronta i traumi passati attraverso la creazione di una storia e l’eroina Liyana fa un viaggio animato in 3D. Dark Wind di Nila Madhab Panda, un film basato su storie vere raccolte dal regista in due zone dell’India dove i cambiamenti climatici hanno effetti molto tangibili, in cui un anziano contadino cieco e un agente di recupero crediti si incontrano. Waiting for Hassana di Funa Maduka, un cortometraggio realizzato dalla regista nigeriana che sarà presente al festival anche come membro della Giuria Ufficiale, sul rapimento di 276 ragazze nigeriane da parte di Boko Haram nel 2014.
Tra gli eventi speciali, l’incontro con il compositore musicale Michael Nyman, in Giuria Ufficiale del Concorso Lungometraggi, come Presidente, insieme a Guido Casali, Programming Manager e Commissioning Editor per Sky Arte HD, e Funa Maduka, regista e responsabile dello sviluppo e delle acquisizioni di Netflix, con il compito di assegnare il Premio Comune di Milano al Miglior Lungometraggio del Concorso Finestre sul Mondo (8.000 euro). La Giuria giornalisti, che assegnerà il Premio al Miglior Cortometraggio africanoe ilPremio Extr’A, è presieduta da Franco Dassisti, giornalista radiofonico e critico cinematografico di Radio 24, Valentina Barzaghi, giornalista per ‘grazia.it’ e ‘amica.it’, ed Emanuele Sacchi, critico cinematografico e musicale, per Mymovies.
Il festival, inoltre, propone un programma di eventi paralleli, tavole rotonde, come WWW! What a Wonderful World. Come le nuove tecnologie stanno cambiando l’Africa; la mostra fotografica “AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography”, “Tchamba, o la dialettica schiavo – padrone” di Nicola Lo Calzo, il focus su Joana Choumali; il “fourm off: Cinema per superare i pregiudizi, incontri con i giovani”, e la proposta di ospitare in casa un giovane registra in cambio di due tessere per seguire il Festival.
La XV edizione dal 10 al 13 aprile 2025 al MAXXI di Roma: la scadenza per le iscrizioni di corti e lungometraggi il 21 febbraio 2025
La gestione progettuale della rassegna, in programma dal 3 all'8 giugno 2025, è affidata ad Annarita Borelli
Il Premio Regione Autonoma Trentino-Alto Adige per la Distribuzione vuole contribuire a rendere accessibili al pubblico italiano film di alta qualità e indipendenti
Il tempo che ci vuole è stato premiato come miglior film. Premiati gli attori Romana Maggiora Vergano, Fabrizio Bentivoglio, Rose Aste e Samuele Carrino