Il decreto Tasca 2000/1137 ha scatenato in Francia una gran quantità di polemiche, dovute, oltre che all’interesse proprio dell’argomento, alla difficoltà di capire esattamente la portata della decisione del legislatore.
Madame Helène Raymondaud, del Centre National de Cinématographie, ci aiuta a chiarire gli aspetti legali della questione.
Istituito nel 1946 con un’apposita legge, il CNC è un ente pubblico di carattere amministrativo, dotato di personalità giuridica e di autonomia finanziaria, e sottoposto all’autorità del Ministre de la culture et de la communication. I suoi scopi istituzionali sono la promozione, la regolamentazione e il sostegno alla produzione cinematografica francese, e la tutela del patrimonio filmico della nazione.
“L’assunto da cui partire per cercare di capire lo spirito del decreto” – spiega Reymondaud – “è sempre quello della chronologie des médias, e della separazione tra fruizione collettiva del film in sala e uso privato dello spettatore che decide di accedere al mercato dell’home video e del Dvd”.
Questo valeva già per i Dvd in versione francese. Ma perché decidere di colpire il mercato delle versioni originali? C’è dietro una strategia politica protezionista?
Questo è quello che ha voluto vederci la stampa, ma in realtà si tratta di un provvedimento di portata abbastanza limitata, che mira soprattutto a unificare la legislazione in materia di Digital Video Disc.
Essenzialmente, il provvedimento di madame Tasca sottopone anche i Dvd in v.o. alla stessa legislazione prevista per la versione doppiata in francese. Del resto era illogico che due versioni di uno stesso film, una tradotta e una no, fossero sottoposte a due normative diverse.
Alcuni giornalisti hanno interpretato il decreto 200/1137 come un divieto assoluto all’importazione di Dvd dalla zona 1, e soprattutto dagli Stati Uniti d’America, ma la lettera della legge non è questa.
Quello che il provvedimento vuole evitare è che importando i Dvd troppo in anticipo rispetto all’uscita in sala si spenga la curiosità negli spettatori una volta che il film è disponibile su grande schermo.
A partire da quando scattano i sei mesi di interdizione all’import?
Secondo la legge, dalla concessione del visto di censura per il territorio francese, ma in pratica, il conteggio ha inizio dalla data di uscita in sala. Del resto, tra le due cose non trascorre molto tempo, in genere una quindicina di giorni.
Con il decreto Tasca, il governo francese non rischia di indurre gli spettatori a importare illegalmente i Dvd in v.o. continuando a ordinarli su Internet?
Può darsi che questo avvenga, ma bisogna anche considerare che non tutti i francesi sono abbonati a Internet e che l’e-commerce è una realtà che riguarda una fetta ancora minore della popolazione.
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