8½ App digitale su AppStore

In concomitanza con l’uscita del numero 20, tutto dedicato ai legami tra il mondo del cinema e quello dell’agricoltura, 8½ rilascia anche l’App digitale corrispettiva, non un ‘mirror’ della rivista ma un prodotto specifico che approfondisce i medesimi temi con articoli, approfondimenti e un linguaggio completamente digitale con largo uso di extra e contenuti audio-video. Da Silvana Mangano in Riso amaro a Renato Pozzetto ne Il ragazzo di campagna, senza dimenticare il cinema americano (Kevin Costner ne L’uomo dei sogni) un’analisi dettagliata di dieci tipologie di agricoltori nel cinema. Approfondimento sui videogiochi in ‘Agricoltura e caccia per combattere la morte’ e poi la storia dell’unico vero regista agricoltore: il maestro Werner Herzog.

L’agricoltura vede però la sua controparte principale nel processo di industrializzazione vissuto dal nostro paese all’inizio del secolo scorso, perciò ecco l’attore Francesco Pannofino e il regista Felice Farina raccontare la loro visione del mondo delle fabbriche in concomitanza con l’uscita del film Patria. Lorenzo G. Bellù della sezione Global Perspectives Studies della FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura racconta cosa c’è di vero nelle prospettive di carestia agricola immaginate dal film Interstellar di Christopher Nolan: “Non credo che saremo costretti a colonizzare altri pianeti nel corso del prossimo secolo – dice – ma dovremo risolvere i problemi qui, sulla Terra, e questi riguardano non tanto le risorse quanto la loro distribuzione”. E ancora, ‘I veri orti sono le città’, con intervista a Federico Bernocchi, direttore del programma Orto e mezzo sul canale di Feltrinelli, Laeffe. E ancora ‘Figli della Terra’ con i video della rete di Videofarmers promossa dal ministero delle politiche agricole, approfondimenti sui film di Bonfanti, Frammartino, Manfredonia e Piavoli (tutti registi che hanno scelto trame e ambientazioni agricole) e il fumetto ‘Tipologia agraria del cineasta italiano’, che commenta con ironia il tutto, avanzando analogie tra i nostri registi e le varie declinazioni del lavoro agricolo: cineasti mezzadri, contadini, allevatori… braccia strappate all’agricoltura?