Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.
DANTE SPINOTTI: DA CINECITTA’ A HOLLYWOOD
Un’intervista – di Federico Pontiggia su “Il Fatto Quotidiano” – al maestro della fotografia Dante Spinotti, due candidature agli Oscar per L.A. Confidential e Insider. La sua storia cinematografica s’è scritta cominciando con “l’apprendistato negli sceneggiati Rai, con il dominus Sandro Bolchi” e per cui Marco Ferreri gli disse “lei non può pensare di restare in Rai se vuole fare cinema’”; un arco di successi, il suo, che poi s’è disegnato da Cinecittà fino a Hollywood. Del cinema italiano, nel pezzo, tra gli altri i ricordi con Ermanno Olmi e Stefania Sandrelli: con il primo successe che girava un film di giorno, mentre di notte un altro ancora; dell’attrice ricorda quando se ne uscì con un “potrai anche avere mariti, amanti e amici, ma quando sei dentro questo mirino, sei soltanto mia. You are mine, baby”. Ancora racconta di Steven Spielberg, “che mi dà appuntamento all’aeroporto di Van Nuys e per tre quarti d’ora mi parla del suo odio per il colore verde“, anche se considera “Heat, regia di Mann e interpretazioni di De Niro e Pacino … il mio film migliore”.
LA SCOMMESSA SU ENZO JANNACCI
Cesare Lanza su “La Verità” parla del “documentario che rende onore alla grande vita di Enzo Jannacci”, riferendosi a Vengo anch’io di Giorgio Verdelli, Fuori Concorso alla prossima Mostra di Venezia. “Nel panorama musicale attuale manca la creatività e il talento del poliedrico artista milanese. Il personaggio forse più vicino a lui (ma non parliamo di eredi, perché Jannacci non ne ha) è Elio, leader di Elio e le Storie Tese, che quest’estate lo omaggia con una tournée teatrale che prende in prestito il titolo dell’album di Jannacci Ci vuole orecchio. Ma a portare avanti la sua eredità è soprattutto il figlio Paolo che, come nel recente spettacolo Jannacciami!, interpreta il repertorio del padre insieme ad artisti che a loro modo hanno ricalcato le orme di Enzo. In Vengo anch’io, Verdelli lascia che sia lo stesso Jannacci il narratore del film, attraverso un’intervista, finora inedita, rilasciata nel 2005 allo stesso regista”, scrive il giornalista.
BARBIE: FENOMENO ROBBIE
Non solo il “Corriere della Sera”, ma un po’ tutte le testate, non possono tralasciare il fenomeno Barbie – un effetto domino tra incassi e merchandising, viceversa e non solo – ma Barbara Visentin, per la testata diretta da Lucio Fontana, sposta il concetto di “fenomeno” su Margot Robbie, l’interprete del film, “un talento … trasformista, produttrice – dello stesso film sulla platinata bambola – star no social”, infatti non esiste un account ufficiale. D’altronde “è sbalorditiva in tutto quel che fa” erano parole che, già nel 2017, aveva affermato uno che di talento se ne intende: Martin Scorsese, descrivendola all’ora al “Time” come una delle 100 persone più influenti dell’anno; anno anche della prima candidatura all’Oscar per Tonya.
TERENCE HILL TORNA NEL WEST
Un annuncio che ha fatto eco, così anche su “Repubblica” che parla di “un boato” tra “i fan del primo SpencerHill Festival di Gubbio dedicato a una delle coppie più amate del cinema”, in cui l’ex Don Matteo rivela: “Stiamo scrivendo un nuovo western, bello e divertente come piace a voi”.
IL VIDEOGIOCO E’ UN LAVORO
Spesso ricorre che da storie videoludiche derivino film per il cinema, e viceversa, quindi le due forme narrative sono certamente molto prossime, e la prima – al momento, e ormai da un po’ – sembra vivere un’era dell’oro in quanto forma audiovisiva che riesce a offrire opportunità di lavoro: come scrive Michele Damiani su “Italia Oggi” il settore fa il pieno di occupazione, indicando il videogioco “sempre più protagonisti della filiera culturale e creativa italiana”; “nel 2022, con 184.941 addetti, il segmento si è posizionato al secondo posto per percentuale di occupati nel settore (12,4% del totale, dietro solo a editoria e stampa con il 12,9% e 192.814 lavoratori). Il tutto in un comparto che comprende quasi 1,5 milioni di addetti, ovvero il 5,8% sul totale dell’economia italiana”. Viene sottolineato anche il “forte impegno pubblico che ogni anno destina circa 750 milioni di euro alla filiera (di cui oltre la metà delle risorse destinate al tax credit)”; e il pezzo dà una buona notizia anche per l’animazione, per cui “tra i dati di maggiore interesse … c’è sicuramente quello occupazionale”.
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