Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne è necessario domandarsi anche cosa abbia fatto il cinema, per combattere una forma di persecuzione, spesso nascosta dietro le mura domestiche, che tormenta e non di rado mette brutalmente fine alla vita delle donne.
In questa battaglia, il cinema può essere un valido alleato grazie alla sua capacità di spingere gli spettatori a calarsi nei panni dei personaggi, può far nascere riflessioni o addirittura fare da vaccino contro la violenza di cui le donne sono vittime.
Se prendiamo quello che può essere già considerato uno dei film più importanti sul tema, C’è ancora domani, come si può restare indifferenti davanti alla violenza spietata e sistematica subita dalla protagonista Delia (Paola Cortellesi)? E come non provare un moto di ribellione nei confronti del marito-aguzzino, il bestiale Ivano Santucci (Valerio Mastandrea)?
Il fenomeno, purtroppo, è antico quanto il mondo. Nell’antica Roma si tramandano almeno due casi di femminicidio, Apronia e Annia Regilla. E tuttavia, l’interesse dell’industria cinematografica per il tema è relativamente recente. A parte qualche sporadico film del dopoguerra, il cinema americano ha cominciato a denunciare con decisione solo nel 1988 con Sotto accusa di Jonathan Kaplan e, tre anni dopo, con il fondamentale Thelma e Louise di Ridley Scott.
I primi film italiani che prendono di petto il tema si concentrano in due fasi: quella tra gli anni 2006 e 2008, quando sono usciti Primo amore di Matteo Garrone (2006) e Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek (2008). E il biennio 2016-17, periodo in cui nelle sale italiane sono arrivati La vita possibile di Ivano di Matteo (2016), Io ci sono di Luciano Manuzzi (2016), L’amore rubato di Irish Braschi (2016) e Fortunata di Gabriele Salvatores (2017).
E’ probabile che questa concentrazione sia legata all’agghiacciante picco di femminicidi registrato nel nuovo millennio: solo nel 2000 sono stati ben 199. In una decina d’anni il fenomeno è dilagato a tal punto che, tra il 2012 e il 2016, le donne uccise per mano di un uomo sono state 600. A quel periodo risalgono anche casi clamorosi come la strage di Motta Visconti, il caso Parolisi e quello di Lucia Annibali, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato. Vicenda raccontata proprio in Io ci sono da Luciano Manuzzi.
Oggi siamo tutti sconvolti per il brutale omicidio della giovane Giulia Cecchettin: nel 2022 ci sono stati 125 femminicidi. Ma un segnale di speranza arriva proprio dal cinema con lo straordinario successo ottenuto dal film di Paola Cortellesi. Qualcosa può cambiare se donne come Delia, decise a ribellarsi al proprio destino, sono sempre di più.
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