La notizia arriva in tempo reale, su telefonini e blackberry: il Fus reintegrato, abolita la tassa di un euro sul biglietto, Galan sostituisce Bondi alla testa del MiBAC. Siamo alla FNSI, in Corso Vittorio Emanule, per la conferenza stampa unitaria sullo sciopero dello spettacolo indetto per venerdì 25 marzo. I rappresentanti di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil (Conti, Giustini e Gozzo) sono qui per spiegare ai cronisti le ragioni della protesta. Quasi contemporanemente il governo annuncia la decisione di ridare allo spettacolo i fondi perduti riportando il Fus a quota 428 mln euro. Una decisione maturata grazie alla grande mobilitazione di artisti famosi, tra questi in prima linea Riccardo Muti, ma anche per “una tenuta politico-sindacale che ha visto la mobilitazione di tutti i lavoratori del comparto”. Circa 500mila, se si comprende l’indotto.
I sindacati accolgono la buona notizia, ma non mollano la presa. “Sciopero congelato, dunque, in attesa di certezze”, come spiega Silvano Conti (Slc-Cgil). E solo qualche ora dopo, nel pomeriggio, arriverà il comunicato che annuncia la decisione di sospenderlo.
“Pare che la decisione sia stata presa al ministero dell’Economia questa notte all’una e trenta – diceva questa mattina Maurizio Giustini (Cisl) – ma finché non vediamo il decreto nero su bianco e lo valutiamo nei suoi snodi, non possiamo prendere decisioni sulla revoca dello sciopero, uno sciopero che sta mobilitando musicisti, teatranti e gente di cinema in tutta Italia”. Sono in piedi tantissime iniziative aperte al pubblico in tutta la penisola, da Bolzano a Cagliari, mentre a via Tuscolana era prevista per venerdì mattina (e poi rinviata) l’assemblea dei lavoratori di Cinecittà Luce, società fino a ieri a rischio chiusura e con uno stato di crisi già imbastito al Ministero dello Sviluppo Economico.
Dice ancora Conti: “Se le risorse ci sono, il nostro giudizio non può che essere positivo, ma al di là della sopravvivenza immediata, questo settore ha bisogno di grandi riforme, dalla lirica al cinema. Questo in particolare richiede una legislazione di sistema che porti alla nascita di un Centro Nazionale della Cinematografia. Non vogliamo trovarci ogni anno in agonia, salvati da provvedimenti episodici”. Per Giuseppe Fabio Gozzo (Uil): “Lo spettacolo ha bisogno di un piano Marshall, con strategie e obiettivi a medio periodo, una legge di sistema e ammortizzatori sociali”.
Qualche ora più tardi arriva il comunicato congiunto in cui si annuncia che lo sciopero è sospeso. “Riservandoci una più attenta valutazione del decreto, possiamo affermare che tale positivo risultato sia in particolare il frutto della convinta e responsabile mobilitazione messa in campo dai lavoratori e dalla sinergia avuta con tanti artisti. Manteniamo alta l’attenzione per sostenere, con tutte le iniziative sindacali che riterremo necessarie, le nostre richieste per dotare il settore di una condivisa legislazione di sistema e di una rete di protezione sociale indispensabile per un comparto caratterizzato da discontinuità e precarietà occupazionale”.
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