Il 31 marzo 1999, 25 anni fa, il mondo come lo conosciamo è cambiato. Almeno stando a uno dei film più iconici della storia del cinema: Matrix.
Fu quel giorno infatti che l’America conobbe la vicenda concepita da due fratelli, poi diventate sorelle, Wachowski, che proiettava gli spettatori in una dimensione fantascientifica in cui si ipotizza che la realtà che ci circonda in fin dei conti è una immensa, ben congeniata bugia.
Il programmatore di computer e hacker Neo (Keanu Reeves, nel ruolo definitivo di tutta la sua carriera) scopre che il mondo tutto sommato in equilibrio in cui vive è una simulazione creata da macchine autocoscienti entrate in guerra con i loro creatori. risultate vincenti intrappolano l’intera umanità per farne fonte di energia, lasciati in stato vegetativo e inconsapevoli della propria prigionia, rassicurati da un mondo illusorio. Quello in cui viviamo appunto.
Se pensiamo ai passi da gigante che sta facendo l’intelligenza artificiale di questi tempi, forse il mondo delle Wachowski non è così “speculativo”.
Unendosi a una ribellione contro le macchine, Neo scopre di essere “l’Uno”, la persona destinata a liberare l’umanità, andando in guerra contro la programmazione Matrix, incluso il sinistro agente AI Smith (Hugo Weaving).
Interpretato inoltre da Carrie-Anne Moss nei panni della atletica e affascinante Trinity, da Laurence Fishburne nei panni del leader e mentore Morpheus, Matrix è diventato un classico istantaneo e ha ricevuto la standing ovation della critica non appena è approdato nelle sale, grazie alla sua miscela innovativa di trappole cyberpunk, anime e coreografie di combattimento ispirate alle arti marziali. Senza dimenticare la filigrana filosofica sulla natura della realtà.
Con un budget di 63 milioni di dollari, ha incassato 467 milioni di dollari in tutto il mondo e molte delle sue scene (in particolare quella famosa al rallentatore in “bullet time”) sono diventate il materiale sacro con cui si montano i video dei più grandi momenti del cinema.
Il film ha guadagnato nuova risonanza negli ultimi anni come allegoria trans, una lettura che è diventata sempre più popolare poiché entrambi i registi hanno fatto coming out nei decenni successivi.
Nel 2021, Lana Wachowski ha rivisitato il franchise con The Matrix Resurrections, dimostrando che il franchise aveva ancora del succo da spremere anche se il risultato non è a livello della trilogia originaria.
In occasione del 25° anniversario dalla sua gloriosa uscita ecco 7 curiosità intriganti.
Matrix è un inebriante blockbuster d’azione innervato di filosofia tanto quanto di combattimenti di arti marziali. Prima che il film iniziasse la produzione, i Wachowski hanno tenuto all’intero cast un corso intensivo su vari concetti filosofici. Tutti gli attori, e gran parte della troupe, hanno letto il libro del filosofo francese Jean Baudrillard del 1981 Simulacra and Simulation, che esamina la relazione tra realtà e simboli, in particolare come la cultura e i media costruiscono una comprensione del mondo condiviso dall’umanità.
Come sempre accade molti altri attori sono stati presi in considerazione per la parte di Neo prima di Reeves. Il più famoso è Will Smith che ha rifiutato l’offerta per filmare Wild Wild West ammettendo di non aver accettato perché non aveva “capito” il film dalla proposta di Wachowski.
Sebbene il primo film di Lilly e Lana Wachowski, Bound, si era rivelato un successo di critica, la Warner Bros. era riluttante a finanziare The Matrix a causa dei costi richiesti. Per presentare il film, i Wachowski reclutarono gli artisti di fumetti underground Geof Darrow e Steve Skroce per disegnare uno storyboard di 600 pagine, inquadratura per inquadratura, dell’intero film, e poi lo presentarono ai dirigenti. Lo storyboard ha ottenuto l’approvazione dello studio e al film è stato dato il via libera alle riprese.
Il cast si è allenato duramente per le riprese del film, iniziando a lavorare con il coreografo di combattimento Yuen Woo-ping nell’ottobre 1997 e continuando per quattro mesi. Ciò si è rivelato particolarmente problematico per Reeves, che è stato sottoposto a un intervento chirurgico alla colonna cervicale a causa di un’ernia del disco, immediatamente prima della pre-produzione. Reeves ha insistito per allenarsi con il cast ma non è riuscito a calciare per due mesi interi, il che ha influenzato la coreografia del combattimento vista nel film finale. Hugo Weaving, nel frattempo, è stato operato all’anca dopo un infortunio durante la pre-produzione.
La città in Matrix in cui risiede Neo è mantenuta, volutamente, senza una precisa definizione anche se tutti presumono sia negli Stati Uniti. Eppure l’intero film è stato girato a Sydney, in Australia. La Warner Bros. ha scelto la location per contenere i costi del film, stimando che altrimenti il film sarebbe costato 95 milioni di dollari a fronte dei 63 finali. Il film ha intenzionalmente evitato di mostrare i punti di riferimento di Sydney per mascherare il luogo delle riprese.
Matrix fu snobbato agli Academy Awards come miglior film nell’edizione di quell’anno: il premio alla fine andò ad American Beauty. Comunque delle quattro nomination ricevute dal film dei Wachowski tutti si realizzarono in statuetta. Miglior suono, Miglior montaggio di effetti sonori, Miglior montaggio e Migliori effetti visivi. Questo bottino di quattro trofei costituisce uno dei più grandi successi per qualsiasi film che non sia stato nominato come miglior film.
Una delle immagini più iconiche di Matrix è il codice verde confuso che apre il film, utilizzato per rappresentare l’omonimo programma per computer. Il codice visto nel film è un pasticcio di lettere in katakana, numeri e lettere latine occidentali, progettato dallo scenografo Simon Whiteley. In un’intervista del 2017, Whiteley ha spiegato di aver creato il codice scansionando i caratteri dei libri di cucina giapponese di sua moglie.
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