Edizione meno sfavillante quella che aprirà il prossimo 15 gennaio il 25esimo Sundance Film Festival. Segno dei tempi e della crisi economica imperante che ha prodotto al momento una flessione del 6% sulle prenotazioni. Ma a dispetto del minor numero di limousine probabilmente in circolo verranno mostrati al pubblico circa duecento film, tra gli oltre novemila presentati alle selezioni.
“Sarà sicuramente un Sundance più quieto – commenta Jim Dobson, pubblicist storico del festival – ma questo non è necessariamente un male. Anzi, io ritengo che il film indipendente, proprio per i suoi bassi costi di realizzazione abbia più chance si successo e più possibilità di mercato in un momento dell’economia in cui le tasche delle case di produzione e distribuzione non sono poi così gonfie”. Secondo Dobson le star non mancheranno in questa edizione. “Quando una star fa un film indipendente non lo fa per i soldi ma per passione e quindi succederà che quest’anno molti dei grandi nomi che verranno al Sundance lo faranno a loro spese. Non è mai successo, ma trovo che sia un bene. I giorni in cui si buttavano centomila dollari per la performance di Jay-Z sono andati. Meno male”.
Anche il fondatore del festival Robert Redfort ritiene sia un bene riportare la dimensione dell’evento a un livello meno hollywoodiano: “Non potrà essere che positivo il fatto che con la crisi si perda un po’ di quella atmosfera da circo che ultimamente si era creata intorno al Sundance. Ci potremmo così focalizzare meglio sul nostro obiettivo: il cinema indipendente e la qualità dei film”.
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