TRE ITALIANI A CANNES
C’erano una volta tre italiani in Concorso a Cannes. In effetti, non capita di frequente: l’ultima volta è stata otto anni fa. Sarà per questo che lo spazio dedicato al cinema nei quotidiani di oggi è stato praticamente divorato dalla conferenza stampa del 76mo Festival di Cannes, con le principali testate che dedicano almeno un paio di articoli alla selezione ufficiale in cui spiccano i titoli di Nanni Moretti, Alice Rohrwacher e Marco Bellocchio. “La carica degli Italiani” la chiama Valerio Cappelli sul “Corriere della Sera”, mentre Paolo Mereghetti, subito dopo di lui, ammette che questa edizione “fa ben sperare, ma la competizione non sarà facile”. Su “Il Giornale” Stefano Giani si chiede provocatoriamente se “Questi sono davvero i gioielli di famiglia?”, dubitando del fatto che i tre cineasti rappresentino il meglio del cinema nostrano. Provocatorio è anche Federico Pontiggia su “Il Fatto Quotidiano” che parla di un festival “invecchiato” e di “belle figurine”, insomma il “solito Cannes-Cannes”. Più celebrative Fulvia Caprara su “La Stampa” con il titolo “Cannes, Italia” e Arianna Finos su “La Repubblica”, che titola “l’Italia che fa la storia”, giocando anche sulle tematiche dei tre film selezionati.
NANNI MORETTI IN COPERTINA
Al netto di una quasi scontata presenza sulla Croisette “La Repubblica – Venerdì” dedica la copertina a Nanni Moretti con il titolo “Avanti Nanni!” in occasione dell’uscita italiana (20 aprile) de Il Sol dell’Avvenire, anticipando – cosa più unica che rara –la première di Cannes. L’inserto del venerdì si apre, dunque, con un’intervista di sei pagine ricca di immagini nuove e di repertorio a firma del “vecchio amico” Michele Serra, che rivela fin da subito un messaggio scambiato in privato con Moretti: “Se in copertina fanno un titolo politico mi butto giù dal ponte”. Il giornalista lo prende alla lettera e titola il pezzo: “Non buttatela in politica”.
CLAUDIO AMENDOLA
All’ombra di Cannes, oggi è anche il giorno del debutto televisivo su Canale 5 della serie Il Patriarca di e con Claudio Amendola. Lorella Bolelli sul “Giorno” si concentra sulla famiglia dell’attore in un parallelismo con il protagonista della fiction, andando poi a ripercorrere la sua carriera, concentrandosi sulla magia dei set ricostruiti a Cinecittà: “Il ricordo forse più forte di un set è quello de Il viaggio di Capitan Fracassa di Scola con Massimo Troisi al mitico Teatro 5, lo stesso in cui scoprii la magia del cinema quando, esordiente in Storia d’amore e d’amicizia, vi trovai ricostruito in polistirolo un vicolo di Trastevere”. Su “La Repubblica” Silvia Fumarola si concentra più sugli errori fatti in passato, in particolare all’uso di cocaina: “Essere uscito da certe situazioni mi ha rafforzato, capire l’errore mi ha reso più forte”.
JENNIFER GARNER
Su “Il Corriere della Sera – 7” ben quattro pagine sono dedicate a Jennifer Garner, in occasione dell’uscita su Apple TV+ della serie L’ultima cosa che mi ha detto, un thriller in cui la protagonista Hannah deve indagare sulla scomparsa del marito insieme alla figlia adolescente di lui. Nell’intervista a firma di Valeria Vignale l’attrice racconta: “le due protagoniste costruiscono una relazione simile a quella di madre e figlia pur non avendo alcun legame di sangue… Penso davvero che questa sia la cosa più bella da dire oggi sulla maternità, cioè che è basata sulla costruzione di un rapporto più che sulla parentela biologica”.
LUCA ARGENTERO
Sempre su “Il Corriere della Sera – 7” Roberta Scorranese intervista Luca Argentero, in occasione dell’uscita del suo romanzo Disdici tutti i miei impegni. “Sono un uomo fortunatissimo – rivela in relazione alla sua carriera d’attore – Ho recitato in film diretti da registi come Ozpetek, Comencini o Placido senza aver mai studiato recitazione per un solo giorno della mia vita… so benissimo che il fatto di essere bello ha aiutato, eccome. Le dirò, di più: ho sfruttato la bellezza quando ho potuto”.
JASON STATHAM
Lorenzo Ormando su “La Repubblica – il Venerdì” intervista il divo del cinema action Jason Statham, che torna nel film disponibile su Sky Operation Fortune, diretto da Guy Ritchie, il regista che lo iniziò alla recitazione, strappandolo dalla strada: “Avevo 30 anni ed ero un piccolo imbroglione che vendeva per le strade di Londra profumi e gioielli contraffatti. Guy, invece, era soprattutto un ragazzo con un sogno, quello di riuscire a realizzare il suo primo film. – dichiara l’attore – Gli sono grato, perché mi ha dato una professione”.
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