Censura in Cina per Men in Black 3, successo hollywoodiano che riprende la saga con Will Smith e Tommy Lee Jones, agenti che assicurano i buoni rapporti tra umani e alieni.
Tre le scene che i censori hanno tagliato dalla versione originale che durava 103 minuti -mentre quella che si vede in Cina è di 90 – tutte riguardanti personaggi cinesi: in una Tommy Lee Jones discute animatamente col proprietario di un ristorante che si rivela poi essere un alieno di malaffare. Nella stessa sequenza, Will Smith viene attaccato da una ragazza cinese. Infine lo stesso Smith utilizza un aggeggio, un ‘neuralyzer’ contro un gruppo di cinesi a Chinatown.
La censura cinese è piuttosto ostica: oltre a Titanic, che si è visto decurtato della sua storica scena di nudo, anche il film Pirati dei Caraibi: ai confini del mondo ha visto tagliate le scene con l’attore cinese Chou-Yun-Fat perché questi impersonava un pirata cattivo, calvo e sfregiato, considerato un insulto per la popolazione cinese. Eppure Men in Black 3 in Cina ha già incassato il corrispettivo di 20,6 milioni di dollari.
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Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk