Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo.
SAVERIO COSTANZO: IN FONDO CINECITTÀ SIAMO NOI
“L’Italia è ancora misogina, certe dinamiche sono rimaste uguali a quelle degli anni ’50. Quando succede qualcosa a una ragazza, come fu per il delitto Montesi, aleggia sempre l’idea del ‘se l’è andata a cercare’… racconta il regista di Finalmente l’alba a Fulvia Caprara su ‘la Stampa’. “Se oggi Cinecittà è diversa da quell’era dorata? No, anzi, mentre giravo mi sembrava di rivedere tra le maestranze le stesse facce di allora, finito il lavoro salivano sulla Lambretta e tornavano a casa, verso periferie pasoliniane”.
GRETA LEE: IL CINEMA TORNI ALLA SEMPLICITÀ
“Past Lives è un promemoria genuino su cosa si gnifichi essere umani, specie in questo momento, che ci connette tutti, italiani, americani, coreani”. Greta Lee, alter ego della regista Celine Song nel film autobiografico candidato all’Oscar per sceneggiatura e miglior film, lo racconta ad Arianna Finos su ‘la Repubblica’. “Dopo vent’anni nel settore è il mio primo ruolo da protagonista: a quarant’anni e due figli è un miracolo. Questo film mi ha colpito per la sua semplicità, la sua grazia e la sua dignità”.
MICAELA RAMAZZOTTI: SOGNO DI INTERPRETARE ELTON JOHN
“È la prima volta in una storia romantica, penso che piacerà molto al pubblico femminile. Io prediligo storie d’amore un po’ più nevrotiche, stile Io e Annie di Woody Allen”. L’attrice e regista, protagonista con Stefano Accorsi della serie Sky Un amore di Francesco Lagi, in streaming dal 16 febbraio su Now, si racconta a Valerio Cappelli in un’intervista sul ‘Corriere della Sera’. “Coltivo il sogno impossibile di interpretare Elton John, è caduto e si è rialzato tante volte nella vita, ed è stato manipolato dai genitori”.
JASON MOMOA: FORSE GIRERÒ UNA STAGIONE DI ON THE ROAM IN ITALIA
“Potrei girare una dannata, intera stagione di On the Roam sugli artisti italiani! Siete gli inventori dell’artigianato”, afferma Jason Momoa in un’intervista di Filippo Brunamonti su ‘la Repubblica’ dedicata alla docu-serie disponibile su Discovery+ dal 26 febbraio che lo vede protagonista, co-regista e produttore. “I miei personaggi – incluso Aquaman – non esisterebbero senza la tribù di amici-artigiani che racconto. Tutti hanno qualcosa da insegnare e sono parte del mio vivere zingaro. Rendo loro il tributo che meritano”.
IL ‘MODELLO SPAGNOLO’ DI NETFLIX
“Il pubblico americano finora ha amato le storie raccontate dalla nonna, poi è arrivato lo zio e ha conquistato l’attenzione degli spettatori con storie completamente diverse”. Mariarosa Mancuso riporta su ‘Il Foglio’ un’interessante intervista rilasciata al magazine newyorkese ‘Vulture’ da Alex Pina, produttore e sceneggiatore de La casa di carta, la serie nata per la tv generalista spagnola e diventata via Netflix un successo globale. L’arrivo di Berlin, il prequel ambientato a Parigi, è per Pina l’occasione per delineare “il modello spagnolo”, cardine della strategia internazionale della piattaforma.
Nella rassegna stampa di oggi l'intervista a Lily-Rose Depp, protagonista di Nosferatu, al nuovo Zorro Jean Dujardin e al regista palestinese Rashid Masharawi
Tra le pagine dei giornali oggi una rocambolesca lite tra Vanzina e Eastwood per un parcheggio, l'accusa di Variety contro la serializzazione a Hollywood, un'intervista a Paola Minaccioni e il doc di Giovanna Gagliardo su Cesare Pavese
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