Fujifilm dice addio alla pellicola cinematografica dopo quasi 80 anni a causa del crollo della domanda e dei margini, dell’impennata dei costi delle materie prime e, soprattutto, della concorrenza del digitale. Dalla primavera 2013, il colosso nipponico, le cui attività spaziano ora da fotocamere alla stampanti per foto e per il medicale, manderà in pensione le attività gestite in via continuativa dal 1934, anno della sua fondazione, fermando la produzione dell’impianto di Ashigara, prefettura di Kanagawa. Fujifilm, che sta accettando gli ultimi ordini da aziende e laboratori, continuerà a sviluppare le pellicole speciali di conservazione archivistica, almeno per l’immediato futuro.
Nel cinema le macchine digitali per filmare hanno preso il sopravvento, sia per le enormi possibilità di modifiche durante l’editing sia per la distribuzione molto più semplice. La compagnia non ha fornito l’entità del fatturato generato dalle pellicole ma, pur avendo attualmente di fatto il monopolio in Giappone, ha spiegato che è difficile centrare una domanda sufficiente da mantenere la redditività, soprattutto dopo l’annuncio dei rialzo dei prezzi di luglio.
Eastman Kodak vanta a livello mondiale la quota di mercato maggiore, pari a circa il 55%, mentre Fujifilm e Agfa-Gevaert, detengono, rispettivamente, circa il 35% e il 10%, collocandosi così al secondo e terzo posto. Il mercato della pellicola cinematografica ha registrato lo scorso anno una contrazione del 70% rispetto al picco del 2007.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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