Il regista curdo iraniano Keywan Karimi ha iniziato poche settimane fa a scontare la sua condanna – 223 frustate e un anno di detenzione – nella prigione di Evin, nella capitale Teheran. Karimi, 31 anni, era stato arrestato nel 2013 per “propaganda contro il governo” e “insulti ai valori religiosi”. In particolare ha avuto problemi con i Guardiani della Rivoluzione per il suo documentario Writing on the city. Liberato poi su cauzione, negli ultimi anni è stato premiato in vari festival internazionali e il suo ultimo film, Drum, è stato presentato alla Settimana della Critica a Venezia, dove non è potuto intervenire proprio perché pendeva questa condanna. 100autori, si legge in una nota, “non può tollerare in silenzio questa ingiustizia e questa violenza”. Per questa ragione, con la collaborazione di Amnesty International, Iran Human Rights e la Casa del Cinema di Roma, 100autori organizza la proiezione proprio del documentario per il quale Karimi è stato condannato, Writing on the city, sull’uso dei graffiti come comunicazione politica.
“Vedere Writing on the City sapendo a quale pena è sottoposto il suo autore è un’esperienza sconvolgente, tanto più sapendo che molti artisti nel mondo sono incarcerati per avere espresso nelle loro opere punti di vista sociali, politici e religiosi ritenuti illegali solo perché non allineati con il pensiero di chi detiene il potere – afferma Luca Raffaelli, membro del consiglio 100autori – E noi che possiamo permetterci di protestare, abbiamo il dovere di farlo”. Keywan, il primo febbraio è il simbolo di una libertà di espressione da rivendicare con forza, e non solo per lui. Introducono il film: Francesco Bruni, Presidente Ass. 100autori, Cosimo Calamini, membro del Consiglio Ass. 100autori, Riccardo Noury, Portavoce Amnesty International Italia, Cristina Annunziata, Presidente Iran Human Rights Italia. Vi aspettiamo alla Casa del Cinema di Roma (Largo Marcello Mastroianni, 1) Sala Kodak, mercoledì 1 febbraio alle h. 17.00 Ufficio Stampa: Concetta Gulino
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