10:45 – Addio Augusto Tretti, poeta feroce e morale

Quando uscì Il potere di Augusto Tretti (fu distribuito in modo fugace nelle sale a inizio anni Settanta, ma abbastanza da farsi notare in ambito cinefilo), la scena che colpì di più era la parodia di D’Annunzio, con l’aereo che doveva portare il poeta soldato in missione a Trieste ancora occupata dagli austriaci. L’aereo stesso stentava a mettersi in moto, ma una persona veniva in soccorso di D’Annunzio: era nientemeno che Eleonora Duse, la somma attrice che notoriamente si era invaghita di lui. Si avvicinava al velivolo e iniziava a spingerlo, proprio come i cinefili stessi facevano abbastanza spesso con le loro 500 o due cavalli che proprio non ne volevano sapere di mettersi in moto. Forse proprio a causa di quell’episodio Il potere fu considerato un film comico. Invece era qualcosa di più: una satira feroce del potere stesso, visto nelle sue varie epifanie temporali, dalla preistoria ai giorni nostri. Tutti pronosticavano a Tretti un futuro importante, invece non sarà così. Solo due lungometraggi di finzione portano la sua firma, Il potere, La legge del tromba: entrambi intrisi di feroce ironia e di forti tensioni morali, entrambi girati con tante invenzioni visive e di struttura, entrambi decisamente sfortunati con il pubblico. Tretti poteva reagire in due modi: o cambiare, o restare ai margini. Fece questa seconda scelta, e per questo ha meritato il rispetto di molti. Il grande rimpianto, adesso che è morto, all’età di 89 anni, è cosa sarebbe successo se invece l’industria italiana del cinema gli avesse consentito di esprimersi. Sicuramente saremmo stati tutti un po’più ricchi.