Se registi come Tim Burton, Sam Raimi, John Landis, Joe Dante o Peter Jackson, hanno lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, il merito è anche un po’ suo, di Ray Harryhausen, mago degli effetti speciali e della stop-motion, che ha fatto appassionare al cinema di genere autori molto diversi fra loro, ma che proprio ieri ha dato l’addio alle sue creature fantastiche, spegnendosi a Londra alla veneranda età di 92 anni.
Ray Harryhausen era nato a Los Angeles nel 1920 e a soli 13 anni viene folgorato dal King Kong di Willis O’Brien, del 1933, realizzato in stop-motion. È così che qualche anno dopo porta a termine un progetto con la tecnica del passo uno e proprio grazie a questo primo lavoro viene assunto presso la Paramount, iniziando a lavorare ad alcuni cortometraggi. In pieno conflitto bellico approda alla Army Motion Picture Unit. È lì che realizza i suoi primi corti animati con protagonista Mamma Oca, celebre personaggio della letteratura infantile anglosassone.
Nel ’49 finalmente viene ingaggiato dalla Warner Bros e realizza il suo primo film di caratura mondiale, ll re dell’Africa, dove inaugura per la prima volta la tecnica dello split screen. Dagli anni ’50 lavora poi a pieno regime negli effetti speciali delle grandi produzioni hollywoodiane: Il 7º viaggio di Sinbad, I viaggi di Gulliver, L’isola misteriosa e Gli Argonauti, considerato da tutti il suo capolavoro per via della scena, divenuta un cult, della battaglia tra gli attori e un gruppo di scheletri.
In seguito collabora con la Hammer, per la quale realizza i dinosauri di Un milione di anni fa e quindi con la Warner per un altro film di dinosauri, La vendetta dei Gwangi. Negli anni ’70 si dedica a pellicole quali Il viaggio fantastico di Sinbad e Sinbad e l’occhio della tigre. Nel 1981 lavora per l’ultima volta con delle miniature animate a passo uno, nel film Scontro di titani, che gli vale una candidatura ai Saturn Award per i migliori effetti speciali.
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